La prima medaglia d’oro della Repubblica Sociale Italiana

Il post odierno è dedicato al tenente dei bersaglieri Rino Cozzarini. Nato a Venezia il 10 ottobre del 1918, si trasferì a Milano dove, all’età di diciotto anni, si arruolò volontario per combattere nella Guerra civile spagnola. Una volta rientrato in Italia riprese gli studi interrotti diplomandosi, ma all’atto dell’entrata in guerra dell’Italia, il 10 giugno 1940, si arruolò nuovamente volontario.

Venne assegnato come sottotenente di complemento al 1° Reggimento bersaglieri di stanza a Napoli e con esso prese parte ai combattimenti sul fronte francese, prestando poi servizio di guarnigione nei Balcani e in Provenza. Alla proclamazione dell’armistizio dell’8 settembre 1943 si trovava in licenza a Milano, dove decise subito di rientrare presso la sede del suo reggimento a Caserta.

Rino CozzariniUna volta arrivato al reparto trovò la caserma vuota, ma si mise subito all’opera per raccogliere volontari al fine di costituire un reparto da combattimento, inquadrato nell’Esercito Nazionale Repubblicano, Occupò la sua la sua vecchia caserma e, presi accordi con i tedeschi, cominciando a girare con un camion e una motocicletta per raccogliere uomini. Dopodiché lanciò un annuncio alla radio per chiamare a raccolta gli sbandati.

Risposero al suo appello camice nere, fanti, marinai, artiglieri, tutti soldati sbandati. Con i circa 700 volontari raccolti, venne costituto un reparto denominato Battaglione volontari bersaglieri M “Benito Mussolini”, conosciuto anche come Gruppo Cozzarini che  venne inquadrato in seno al 14° Panzer Korps germanico.

Al termine di un brevissimo ciclo addestrativo il battaglione entrò in  linea ricevendo, il 30 ed il 31 ottobre, il battesimo del fuoco su Monte Massico, fra Mondragone e Falciano, ingaggiando durissimi combattimenti con i reparti britannici del X Corpo d’armata inquadrati nella 5ª Armata americana del generale Clark.

Era il primo reparto organico italiano a ritornare al combattimento e in un sol giorno il battaglione aveva già perso 192 soldati, riuscendo però a catturare 300 prigionieri e a mettere fuori combattimento 4 carri nemici.

Per questi combattimenti Cozzarini venne promosso capitano per merito di guerra il 1 novembre ed insignito della Croce di Ferro tedesca di II classe. Poi il reparto fu dislocato sulla breccia di Mignano, strettoia lungo la SS 6 Casilina dominata dalle quote 1170 (M. Cesima) difesa dalla 3ª divisione Panzer Granadier formata in buona parte da Volksdeutche polacchi, con i volontari R.S.I. in postazione avanzata a M. Rotondo .

Il 3 novembre 1943, iniziò  l’atttaco del VI corpo d’Armata Americano. Secono il colonello inglese Shepperd nel suo “La campagna d’Italia 1943-1945” (pagg. 191-192): un cedimento Panzer Grenadier permise agli americani di entrare in possesso di M. Cesima e di attaccare dal fianco M. Rotondo. Questo attacco fallì, ma un secondo assalto fra la nebbia raggiunse l’8 novembre la cresta che venne difesa nonostante diversi contrattacchi.

Nel corso di questi violentissimi scontri, il 10 novembre presso Mignano trovò la morte il tenente Rino Cozzarini. Aveva venticinque anni ed era il primo ufficiale della Repubblica Sociale Italiana che moriva combattendo contro gli angloamericani. Il suo reparto successivamente aggregato alla 29ª divisione Panzer Granadier, fu completamente annientato nella difesa di San Pietro, sostenendo il suo ultimo scontro  il 18 dicembre.

La Repubblica Sociale Italiana ne onorò la memoria intitolandogli una caserma a Varese e con la concessione della Medaglia d’oro al valor militare, con la seguente motivazione:

«Volontario nella guerra di Spagna e valoroso combattente nella guerra attuale, più volte decorato al valore, raccoglieva intorno a se, in un momento particolarmente triste e difficile per la Nazione, militari sbandati e volontari di ogni età formando un reparto organico ed entusiasta che portava sulla linea di combattimento a fianco dei camerati germanici. Inoltre, in un mese di continue ed accaniti combattimenti che causavano al nemico gravissime perdite , sempre primo tra i primi, trascinava i suoi uomini in una gara di emulazione e di arditismo disperato dimostrando con l’esempio che l’amore di Patria e la tradizione d’eroismo non sono spenti negli italiani e suscitando l’alta ammirazione dell’Alleato. Durante un nuovo assalto contro carri armati, mentre in piedi lanciava contro il nemico l’ultima bomba a mano del suo tascapane, cadeva colpito al petto suggellando con l’offerta della propria vita un passato di fede purissima e di completa dedizione alla Patria Sublime esempio di eroismo, disprezzo del pericolo e di elevate virtù militari. Fronte Falciano-Mondragone, 1 ottobre-10 novembre 1943.»

Stele dedicata al tenente RSI Rino CozzariniIn suo ricordo vi è un cippo presso il km 153 della Casilina. Alcuni anni or sono il Generale americano Thomas, guidando un gruppo di reduci statunitensi e canadesi che nel 1944 combatterono a Mignano Montelungo, ha reso omaggio a Cozzarini deponendo una corona d’alloro alla base della stele che lo ricorda.

Il poeta Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del Futurismo, gli dedicò alcuni versi di ricordo che divennero noti come L’Aeropoema di Cozzarini

“In ginocchio/si intrufola nelle linee mitraglianti/il capitano Rino Cozzarini/con bombe a mano sventagliando morte/svincola il suo battaglione/accerchiato in un vigneto colmo di vampe/e pampini carbonizzati/come si libera un sentimento ideale/da acredini pessimiste.”

La “La Domenica del Corriere” gli dedicò la copertina il 2 Giugno 1944.

Grazie per aver letto con tanta pazienza il nostro post, con la speranza che vogliate continuare a seguirci anche in futuro Vi salutiamo e diamo appuntamento al prossimo.

 

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