La fucilazioni di quattro agenti infiltrati dalla Repubblica Sociale Italiana

Il 30 aprile 1944 nella cava di pozzolana di Sant’Angelo in Formis (Caserta) con grande coraggio ed esemplare serenità affrontarono la morte, quattro giovani volontari della Repubblica Sociale Italiana. Erano un milanese, un romano, un napoletano, uno aquilano, vennero fucilati dagli inglesi dopo essere stati sorpresi in azione di spionaggio dietro le linee alleate.

Questo erano i loro nomi:

  • Franco Aschieri nato a Roma il 21 gennaio 1926, paracadutista della “X Mas”
  • Natale Italo Palesse nato a Cavalletto d’Ocre (L’Aquila) il 10 ottobre 1921
  • Mario Tapoli Timperi nato a Roma il 4 giugno 1925, studente in medicina
  • Vincenzo Tedesco nato a Napoli il 14 aprile 1925

tutti e quattro andarono alla morte cantando gli inni della Patria e ciò destò ammirazione negli stessi ufficiali e soldati alleati che comandarono ed eseguirono la fucilazione. Italo Palesse di fronte al plotone d’esecuzione, rifiutò di essere bendato e chiese di poter fumare un’ultima sigaretta. Morì gridando

“Dio stramaledica gli Inglesi!”

Italo Palese davanti al plotone di esecuzione

Un attimo prima dei colpi, deridendo coloro che lo stavano per fucilare provocatoriamente ordino’ al plotone:

“Fuoco!”

I quattro agenti fucilati di cui trattiamo nel presente post, facevano parte del terzo gruppo che venne giustiziato, fra i 13 agenti infiltrati dalla R.S.I. e catturati dietro le linee alleate sul fronte italiano.

Dopo l’8 settembre 1943, l’azione nei territori occupati dagli anglo-americani fu condotta da un organizzazione clandestina, formata da fascisti residenti nella Italia meridionale e dai servizi speciali, composti da agenti segreti da inviare nelle zone occupate, con l’incarico di svolgere attività di informazione e di sabotaggio.

Nel complesso vennero impiegati oltre quattromila agenti, uomini e donne, quasi tutti giovani e tutti volontari, fra essi un numero imprecisato, si valuta fra 70 e 100 vennero catturati e passati per le armi. Di essi facevano parte i tredici soldati della Repubblica Sociale Italiana che dopo essere stati catturati, vennero giudicati con rito abbreviato e condannati a morte da un tribunale alleato.

Tradotti nelle carceri i S. Maria C.V., i primi ad affrontare la morte furono Mauro Bertoli da Massa e Luigi Cancellieri da Monteroni, il 21 gennaio 1944, nella cava di S.Angelo in Formis. Fuggiti da Bari, i due si erano arruolati volontari nelle file repubblicane, con l’intenzione di entrare nei servizi speciali

Erano alla loro quinta missione quando, nel dicembre 1943, gli inglesi li catturarono. La mattina, furono caricati su un camion e trasportati sul luogo dell’esecuzione, dove caddero fulminati dalle raffiche dei mitra britannici. Li seguiranno nella triste sorte, il 16 aprile, Marino Cantelli da S.Giovanni in Persiceto in provincia di Bologna ed Enrico Menicocci da Marsiglia.

Il 30 aprile, furono fucilati i quattro militari la cui storia è trattata nel presente post, Franco Aschieri da Roma, Natale Italo Palesse da Cavalletto d’Ocre, Mario Tapoli-Timperi da Roma e Vincenzo Tedesco da Napoli. Poi la triste sorte toccò il 6 maggio ad altri tre agenti che vennero fucilati alle spalle del Cimitero di S.Maria C.V.

I loro nomi erano Alfredo Calligaro da Campolongo, Domenico Donnini da Urbania, Virgilio Scarpellini da Ranica, Giulio Sebastianelli da Cupramontana. Appartenevano tutti alla ‘X Mas” del principe Junio Valerio Borghese.

Infine, Paolo Poletti da Firenze, fu ucciso il 19 maggio, nel carcere di S.Maria C.V. Gli alleati usavano procedere agli interrogatori in villette isolate presso Torre Annunziata, dove torturavano le spie che cadevano nelle loro mani.

Il Poletti fu seviziato tanto ferocemente che impazzì. Tradotto nel carcere di S.Maria, il ragazzo urlava e si strappava i vestiti; ingiuriando gli americani, nel delirio si avvicinò al cancello della cella, lasciato stranamente aperto

Fece alcuni passi nel corridoio, quando il sergente americano, pronto per fare quello scaricò la pistola contro il prigioniero, ponendo fine alla sua breve, ma gloriosa vita. Grazie per aver letto il nostro post e con la speranza che vogliate continuare a seguirci Vi diamo appuntamento al prossimo. Mi piace e commenti e/o suggerimenti su come migliorare l’articolo e il blog in generale saranno molto graditi.

6 pensieri riguardo “La fucilazioni di quattro agenti infiltrati dalla Repubblica Sociale Italiana

  1. ahahaha come quel gran codardo di Mussolini, voleva scappare in Svizzera nascosto tra i soldati tedeschi, grande e fiero condottiero!!
    cmq sciocchi fanatici fascisti, meno male è stato sconfitto il fascismo e mai + tornerà

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    1. Per essere precisi furono i tedeschi che imposero a Mussolini di nascondersi in mezzo ai loro soldati, che nel frattempo stavano già trattando la resa con gli alleati. Se si fosse fidato di Pavolini e degli italiani al suo seguito forse avrebbe fatto una fine più consona ad un condottiero, ma molto probabilmente ciò non gli avrebbe comunque evitato la macelleria messicana di Piazzale Loreto voluta dai partigiani comunisti assetati di sangue umano.

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  2. DA QUALE PULPITO VIEN LA PREDICA! I COMUNISTI PARTIGIANI CHE FECERO L’ATTENTATO DI VIA RASELLA E CHE EBBERO IL CORAGGIO DI CONSEGNARSI AI TEDESCHI! SI CONSEGNARONO COSI’ BENE, CON COSI’ TANTA CONVINZIONE CHE EBBERO DELLE MEDAGLIE D’ORO, A DIFFERENZA DI UN INNOCENTE E LUI SI’ GRANDE INCOMMENSURABILE EROE, SALVO D’ACQUISTO. LUI SI’ DETTE LA VITA PER SALVARE TANTI POVERI INNOCENTI ED ANCHE IL COLPEVOLE (O I COLPEVOLI) DI QUEL VILE, SPREGEVOLE ED ANCHE INUTILE ATTENTATO PREMIATO DALLA REPUBBLICA DEMOCRATICA ED ANTIFASCISTA.

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