26 aprile 1945, l’ultimo discorso del comandante Borghese. “La Decima non si arrende, smobilita”.

Siamo nel pomeriggio del 26 aprile 1945, quando dopo il rituale saluto “Decima, marinai!” seguito da “Decima, comandante!”, nel cortile di piazzale Fiume sede del comando della Decima MAS a Milano, il comandante Junio Valerio Borghese comincia a parlare davanti all’ordinata l’assemblea generale, per ragguagliare il personale sulla situazione, dopo i fatti del giorno precedente, che hanno visto l’insurrezione partigiana in molti centri del nord Italia. Borghese comincia a parlare.

“La vita che mi avete affidato con il giuramento in nome dell’onore vi viene oggi restituita, libera da ogni vincolo. Il compito che ci eravamo assegnati non è stato tradito…”.

Il discorso non è lungo, il comandante ricorda vittorie e sconfitte, i caduti, i marò lontani.

“Siate orgogliosi di quanto abbiamo fatto e tenete sempre alto il nome della Decima. La Decima non si arrende ma smobilita, tornate alle vostre case e collaborate per la rinascita dell’Italia, ricordandovi che un popolo non finisce per una sconfitta ma quando dimentica di essere un popolo. Tenete presente altresì che la sorte del nostro confine orientale non è ancora definita; quando l’Italia dovesse lanciare un appello per la salvezza della Venezia Giulia, nessuno di voi manchi: Viva Trieste”.

Gli uomini si riscossero dal silenzio.

“Trieste, Comandante!”

Questa è la cronaca dell’ultimo giorno della Decima MAS.

Milano 26 aprile 1945, la Decima non si arrende, smobilita

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