3 ottobre 1935, guerra all’Abissinia

Dopo il discorso tenuto dal Capo del Governo e Duce del Fascismo Benito Mussolini il giorno precedente davanti a una folla oceanica stipata a Piazza Venezia, il 3 ottobre 1935 il Regio Esercito, al comando del Generale Emilio De Bono, Quadrumviro della Marcia su Roma, varcava dall’Eritrea il fiume Mareb entrando in Etiopia. Chi volesse leggere il testo del discorso può farlo seguendo il link sottostante:

2 ottobre 1935, coll’Etiopia, abbiamo pazientato quaranta anni! Ora basta!

Da sud dalla Somalia italiana considerata fronte secondario nella campagna mossero le truppe italiane e coloniali al comando di un generale molto esperto di guerre coloniali, Rodolfo Graziani. La guerra d’Abissinia fu la campagna coloniale più grande della storia, la mobilitazione assunse dimensioni straordinarie, impegnando un numero di uomini, una modernità di mezzi e una rapidità di approntamento mai visti fino ad allora.

Stando alle cifre ufficiali, in preparazione alla guerra erano stati inviati in Africa orientale 21 000 ufficiali, 443 000 tra sottufficiali e truppa, 97 000 lavoratori civili, 82 000 quadrupedi, 976 000 tonnellate di materiali. La Regia Marina fornì 56.000 uomini e 3 milioni di tonnellate di armi e materiali trasportati a destinazione. Furono chiamate alle armi le classi dal 1911 al 1915, cosa che permise all’esercito di avere un’enorme disponibilità di uomini senza indebolire l’armata in patria.

Tra il febbraio 1935 e il gennaio 1936 furono inviate in Eritrea sei divisioni dell’esercito (“Gavinana”, “Gran Sasso”, “Sila”, “Cosseria”, “Assietta”, “Pusteria”), una in Somalia (“Peloritana”) e tre in Libia. Dei circa 50 000 volontari, circa 35 000 furono ceduti alla Milizia e i restanti furono destinati a battaglioni di complemento che sarebbero stati utilizzati per rimpiazzare le perdite. Per volere di Mussolini proprio la Milizia divenne una componente importante del corpo di spedizione, destinata a rappresentare il carattere fascista dell’impresa.

Con i circa 80 mila volontari che si presentarono la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale approntò sei divisioni di Camicie Nere: 1ª Divisione CC.NN. “23 marzo”, 2ª Divisione CC.NN. “28 ottobre”, 3ª Divisione CC.NN. “21 aprile”, 4ª Divisione CC.NN. “3 gennaio”, 5ª Divisione CC.NN. “1 febbraio” inviate tra agosto e novembre 1935 in Eritrea e la 6ª Divisione CC.NN. “Tevere” in Somalia.

Il 1º ottobre 1935, erano stipati sull’altopiano eritreo 5.700 ufficiali, 6.300 sottufficiali, 99.200 militari italiani, 53.200 àscari, 35.650 quadrupedi, 4.200 mitragliatrici e fucili mitragliatori, 580 pezzi d’artiglieria, 400 carri armati leggeri e 3.700 automezzi. In Somalia erano stati radunati 1.650 ufficiali, 1.550 sottufficiali, 21.150 militari italiani e 29.500 eritrei e somali, 1.600 mitragliatrici, 117 pezzi d’artiglieria, 7.900 quadrupedi, 2.700 automezzi e 38 aerei ed altre forze stavano arrivando dalla madrepatria.

Iniziava così la guerra che causò il 18 novembre, le sanzioni inflitte dalla Società delle Nazioni, a cui Mussolini risponderà con il regime dell’Autarchia. Le sanzioni che dal punto di vista pratico saranno sostanzialmente inefficaci, unite alla martellante propaganda del regime impegnata a dimostrare come Francia e Gran Bretagna, volessero negare al nostro paese il suo “posto al sole” fecero in modo che la guerra d’Abissina, a differenza di tutte le guerre combattute precedentemente, coagulasse il massimo consenso popolare, ancor più dì quanto non fosse accaduto con la Grande guerra.

La bilancia del conflitto penderà subito dalla parte dell’Italia: il 6 ottobre, Adua, città simbolo della cocente sconfitta del 1896, è conquistata, il 15 cade Axum, la capitale religiosa. La campagna si concluse velocemente, sette mesi dopo, il 5 maggio 1936 le truppe italiane occupano Addis Abeba. Il successivo 9 maggio 1936 Mussolini annunciava la “rinascita dell’Impero sui Colli fatali di Roma” e quel periodo rappresenterà l’apice del consenso popolare per Mussolini e per il fascismo in generale.

Grazie per aver letto il nostro post e con la speranza che vogliate continuare a seguirci anche in futuro Vi salutiamo e diamo appuntamento al prossimo

3 pensieri riguardo “3 ottobre 1935, guerra all’Abissinia

  1. Il criminale maestro di predappio,
    Non sapeva nulla di geografia economica.
    Affidare l incarico a graziani, capace di reprimere, avrà modo di dimostrare le sue incapacità nella campagna nord Africa perse 100.000 soldati fatti prigionieri.
    Decisioni tragiche irresponsabili.
    Purtroppo si presero in seguito altre ancora più gravi.

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  2. […] L’Amba Aradam è un altopiano montuoso situato nella regione del Tigrè, nella parte settentrionale dell’Etiopia a circa 500 km a nord della capitale Addis Abeba. La parola Amba significa “monte”, mentre Aradam è il nome proprio dato alla montagna. Su questo massiccio di oltre 2700 metri, si consumò una delle battaglie decisive della guerra di Abissinia, come veniva chiamata in quei tempi l’odierna Etiopia. Prima di arrivare alla trattazione vera e propria dell’oggetto del nostro post odierno, inquadriamo brevemente la guerra d’Abissinia iniziata il 3 ottobre 1935. […]

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