La mattina del 25 gennaio 1887, circa 25 mila abissini guidati da Ras etiope Alula Engida, generale abissino e signore di Asmara, attaccavamo il forte italiano nella città di Saati a poco meno di 30 km da Massauac. Ne seguì una dura battaglia durante la quale circa 700 soldati di cui 300 ascari, al comando del maggiore Boretti, con due soli cannoni resistettero eroicamente riuscendo, dopo quattro ore a respingere il nemico. Da parte italiana si ebbero soli 5 morti (fra i quali il tenente Cuomo) e tre feriti.
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25 gennaio 1887, l’attacco al forte di Saati in Eritrea
Il maggiore Boretti si rese però conto che non avrebbe potuto resistere ad un altro attacco visto che al forte scarseggiavano viveri e munizioni. Così chiese rifornimenti al forte di Moncullo, da dove la mattina del 26 gennaio 1887 partirono i ifornimenti di generi alimentari, munizioni e venne inviata anche una colonna di rinforzo, formata da 548 soldati, comandata dal tenente colonnello Tommaso De Cristoforis.
La colonna fu però avvistata da alcuni guerrieri etiopici vicino alla località di Dogali e quel punto Ras Alula, invece di riprendere l’attacco del forte di Saati decise di assaltare la colonna in movimento. Nella stessa mattina la colonna fu attaccata da circa 15 mila armati abissini, gli italiani in netta inferiorità numerica si rifugiarono su una collinetta, dove tentarono di imbastire una disperata resistenza.
Qui i nostri resistettero fin quando non terminarono le munizioni e a quel punto si arrangiarono come meglio poterono. Dopo quattro ore di combattimenti la colonna fu completamente travolta con lo stesso De Cristoforis che perì sotto le lance abissine. Da parte italiana vi furono ben 430 morti di cui 23 ufficiali, mentre gli etiopi ebbero qualche migliaio di morti. Chi volesse ulteriormente approfondire l’argomento può farlo leggendo il post che abbiamo dedicato all’argomento: