Nel nostro post del 29 luglio, abbiamo celebrato la nascita degli Arditi, specialità creata all’interno del Regio Esercito per cercare di dare una svolta alla guerra di trincea. Costituiti il 29 luglio del 1917 gli Arditi scrissero pagine memorabili nella Grande Guerra, fornendo un contributo importante alla Vittoria finale, ma nel 1920 la riforma delle Forze Armate che porta la firma di Ivanoe Bonomi, Ministro della Guerra del Governo Nitti I, ne decretò lo scioglimento.
Si tornò a parlare degli Arditi, almeno nelle vie ufficiali, solo una ventina di anni dopo a secondo conflitto mondiale inoltrato, dopo che il Regio Esercito, era stato messo più volte in seria difficoltà sul fronte nordafricano, dalle unità dei commando inglesi appartenenti allo Special Air Service e al Long Range Desert Group, capaci di incursioni di centinaia di chilometri dietro le linee dell’Asse, per portare a termine azioni di sabotaggio e distruzione di depositi, aeroporti ed infrastrutture.
Oltre alle azioni in Nord Africa, unità di “commandos” avevano portato a termine similari azioni contro obiettivi, per lo più ferroviari, situati lungo le coste dell’Italia meridionale, che sebbene sporadiche e scarsamente efficaci, si erano rivelate ugualmente molto paganti. Esse avevano creato notevole allarme e scompiglio nei Comandi interessati, influendo anche psicologicamente sul morale delle popolazioni civili coinvolte; secondariamente avevano costretto ad un notevole dispendio di uomini, mezzi e risorse per il controllo preventivo e la protezione di tutti i possibili obiettivi.
I risultati raggiunti dai reparti nemici, convinsero lo Stato Maggiore del Regio Esercito a ripensare a reparti di incursori sul modello degli Arditi della Grande Guerra, anche se con modalità operative totalmente differenti. Gli Arditi, erano stati concepiti e furono dei veri e propri reparti d’assalto mentre i nuovi reparti vennero concepiti più come “unità speciali” in quanto la loro azione, al pari dei colleghi britannici, doveva essere espletata dietro le linee nemiche.
Il 15 maggio 1942 venne decisa la costituzione del I Battaglione speciale arditi, che come i successivi futuri battaglioni doveva essere costituito da tre compagnie, ognuna specializzata su una differente modalità di infiltrazione e esfiltrazione in territorio nemico via cielo, mare o terra. Vennero così costituite la 101ª Compagnia arditi paracadutisti, la 102ª Compagnia arditi nuotatori e la 103ª Compagnia camionettisti.
Cominciò così l’afflusso presso la colonia estiva di Santa Severa, località litoranea situata fra Roma e Civitavecchia, di militari volontari provenienti da tutte le Grandi Unità combattenti, dotati di particolari qualità fisiche, di elevato spirito aggressivo, di salda disciplina, e possibilmente decorati al valore o segnalatisi in azioni belliche.
Con la circolare n. 40900 del 20 luglio 1942 dello SMRE (Stato Maggiore Regio Esercito) fu costituito il Reggimento arditi, con sede appunto a Santa Severa ed il 1º agosto vi confluì il I Battaglione speciale arditi quale sua prima pedina operativa. L’11 agosto venne dato il via all’addestramento vero e prorpio e il 15 settembre successivo, l’unità assunse la denominazione di X Reggimento arditi e venne posta al comando del colonnello Renzo Gazzaniga, che vantava l’Ordine militare di Savoia, oltre che una medaglia d’argento e due di bronzo al Valor militare.
Nel gennaio 1943, mentre il II Battaglione completava l’addestramento, il comando del I Battaglione con le compagnie 102ª e 103ª vennero inviate presso Cagliari, mentre un distaccamento formato da due pattuglie di ognuna delle suddette compagnie venne trasferito nell’Egeo italiano. La 103ª Compagnia camionettisti venne invece inviata in Africa settentrionale ed aggregata al Raggruppamento sahariano “Mannerini”, unità motocorazzata operativa durante la campagna di Tunisia in seno alla 1ª Armata.
Giunta in terra africana tra il 19 ed il 23 febbraio, la compagnia camionettisti venne impiegata in pattugliamenti ed incursioni a lungo raggio nel deserto oltre che come normale fanteria motorizzata, seguendo le sorti dell’armata fino allo scioglimento dopo la fine della resistenza italiana in Tunisia nel maggio 1943. Il III Battaglione venne costituito il 1º marzo come i precedenti formato da tre compagnie ognuna su 10 pattuglie di 10-20 arditi al comando di due ufficiali (comandante e vice).
In aprile rientrarono da Rodi due distaccamenti della 102ª, seguiti a luglio dai due della 103ª. A maggio 1943 il comando del II Battaglione e le compagnie 112ª e 113ª vennero trasferite in Sicilia, mentre la 123ª Compagnia passò dal III Battaglione al I di stanza in Sardegna. Il 10 giugno il reggimento assunse un nuovo organigramma, in base al quale oltre alle tre compagnie speciali, venne aggiunta un’ulteriore compagnia terrestre ed un IV Battaglione, costituito il 10 luglio 1943, giorno in cui gli alleati invadevano il territorio nazionale.
10 luglio 1943 – lo sbarco in Sicilia
Varie pattuglie delle compagnie Arditi paracadutisti verranno lanciate oltre le linee nemiche nei giorni immediatamente successivi all’invasione riportando alcuni successi nelle operazioni di sabotaggio. I reparti del X arditi, si distingueranno in particolar modo nella battaglia che si accese nella zona di Catania, per il controllo del ponte di Primosole. Sull’importante infrastuttura sul piume Simeto i reparti agli ordini del Maggiore Vito Marcianò sosterranno durissimi combattimenti al fianco dei “diavoli verdi” i paracadutisti tedeschi contro le unità aviolanciate britanniche.
14 luglio 1943, la dura battaglia per il ponte di Primosole
Il 25 luglio 1943 durante una burrascosa riunione del Gran Consiglio del Fascismo, Mussolini venne sfiduciato e tratto in arresto, ma almeno a detta del nuovo governo presieduto dal Maresciallo d’Italia Pietro Badoglio la guerra continuava a fianco della Germania. Nei giorni successivi il Ministero della Guerra impose lo scioglimento della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale e molti appartenenti alla 136ª Divisione corazzata “Giovani Fascisti”, unità di élite della MVSN, andando a formare la 133ª Compagnia terrestre del III Battaglione.
Se nei pensieri dei nuovi governanti la guerra continuava solo in attesa di cambiare fronte e schierarsi a fianco degli anglo-americani, non così era per molti reparti fra cui quelli degli Arditi, che cercavano di contrastare le forze alleate. La sera 30 luglio 1943 la IV Pattuglia nuotatori della 112ª Compagnia da sbarco, al comando del tenente Cesare Artoni si imbarcò da Giardini Naxos su tre M.T.S.M. mezzi d’assalto della X MAS, scortati da tre motosiluranti.
L’ufficiale siciliano e i suoi 10 arditi vennero sbarcati da due gommoni al largo di Brucoli, a 5 km da Augusta e pur avendo perso parte del materiale durante lo sbarco, la pattuglia si diresse nell’entroterra, attraversando le linee nemiche. Passato il giorno presso una casa in campagna sita in Contrada Colonna e di proprietà della famiglia dello stesso Artoni, l’ufficiale decise che era il momento di agire.
Più gli incursori rimanevano nascosti più aumentavano le probabilità di essere individuati con il conseguente fallimento della missione. Grazie anche all’attività di osservazione condotta anche da famigliari dell’ufficiale, venne finalmente individuati un obbiettivo da attaccare. Si trattava di alcuni importanti depositi di materiali e carburanti alleati, dove erano anche posizionati sei pezzi d’artiglieria contraerea.
Poco prima delle 22 della sera del 31 luglio gli arditi erano in prossimità del perimetro esterno del campo nemico. Artoni verificate un ultima volta le dotazioni in possesso dei suoi ragazzi divise la pattuglia in 3 gruppi e dette l’ordine di attacco, l’operazione per cui gli Arditi del X reggimento si erano duramente preparati nei mesi precedenti. Tutti e tre i gruppi riuscirono a penetrare nel campo avversario eludendo le sentinelle e piazzano le cariche esplosive a disposizione.
A quel punto non rimane che raggiungere il punto di raccolta e dirigersi verso la costa per le operazion id di esfiltrazione. Erano le 1 e 30 circa del 1° agosto 1943, i depositi di munizioni erano saltati in aria e il personale del campo dava il via alla caccia degli incursori, che nel frattempo avevano raggiunto la costa e con un imbarcazione di fortuna priva di remi erano riusciti ad allontanarsi, ma per Artoni e i suoi valorosi non era ancora finita.
La mattina, mentre costeggiavano i presidi inglesi alla foce del Simeto, vennero bersagliati da terra e da due aerei, si gettarono in mare, raggiungendo a nuoto, solo dopo alcune ore, le posizioni tenute dal CCCLXXII Battaglione costiero, a dimostrazione del livello di preparazione fisica raggiunto. Questa sarà l’ultima azione degli Arditi nel Regio Esercito, in quanto il successivo 13 agosto il II Battaglione attraverserà lo stretto di Messina, ricongiungendosi al III ed al IV facendo rientro nella sede di Santa Severa, dove il reggimento fu colto dalla proclamazione dell’armistizio.
Lo Stato Maggiore riconoscendo il successo dell’operazione concederà 2 Medaglie d’Argento al tenente Artoni e al vicecomandante della pattuglia il Sergente Salvatore De Filippo e otto medaglie di bronzo agli otto componenti della pattuglia. Il generale Alfredo Guzzoni a capo del “Comando Forze Armate della Sicilia” responsabile pertanto delle forze armate italiane e tedesche schierate sull’isola concederà ai protagonisti dell’azione 10 giorni di licenza premio .
Tra l’8 ed il 9 settembre 1943, con la 111ª e la 122ª compagnia, il X Reggimento arditi prese parte alla difesa di Roma, schierandosi contro i tedeschi, proteggendo la fuga di Vittorio Emanuele III. Nei giorni successivi il reggimento si sciolse, ma non le sue compagnie. Vedremo in un post successivo le scelte che eseguiranno le singole compagnie del X reggimento Arditi, molte aderiranno alla Repubblica Sociale, altre all’esercito cobelligerante del Regno del Sud.
Prima di chiudere ricordiamo che al Tenente Cesare Artoni è intitolata la sede di Augusta della Federazione Nazionale Arditi d’Italia. Grazie per aver letto il nostro post e con la speranza che vogliate continuare a seguirci, Vi diamo appuntamento al prossimo. Mi piace e commenti e/o suggerimenti su come migliorare l’articolo e il blog in generale saranno molto graditi.