Siamo sul finire del luglio 1943, nei tragici giorni dell’invasione della Sicilia da parte di due armate, l’8ª britannica di Montgomery e la 7ª statunitense di Patton. Un valoroso e giovanissimo ufficiale fiorentino, deciso a compiere fino in fondo il proprio dovere, dona la sua giovane vita alla Patria, sacrificandosi nella difesa della città di Palermo, attaccata dalle truppe del generale Patton. Questa è la storia dell’ultima giornata di vita del ventiduenne Sottotenente artigliere Sergio Barbadoro in forza al I gruppo da 100/17 del 25° Rgt. art. della divisione “Assietta”.
Alla sua memoria, il 4 novembre 1946 è stata conferita la Medaglia d’argento al Valor Militare con la seguente motivazione:
“Comandato a sbarrare, con un pezzo, un passo di montagna all’avanzata di una colonna corazzata nemica, animava i suoi uomini trasfondendo in loro la sua fede. Durante l’impari combattimento durato nove ore e reso più aspro dalla mancanza di ostacoli anticarro, senza collegamenti e senza speranza di aiuto infliggeva gravi perdite all’avversario, aggiungendo nuova gloria alle gesta degli artiglieri italiani. Caduti o feriti i serventi continuava da solo a far fuoco sino a quando colpito a morte cadeva sul pezzo assolvendo eroicamente il compito affidatogli. Luminoso esempio di dedizione al dovere.
Portella della Paglia (Palermo) 22 luglio 1943″.
Il suo corpo ora riposa a Roma al cimitero del Verano e purtroppo solo dopo ben 63 anni, nel luogo esatto dove Barbadoro trovò la morte è stato eretto un monumento a ricordo del suo sacrificio, affiancato nel 2009 da una lapide marmorea.
Chi volesse conoscere nei dettagli la storia di questo valoroso ufficiale, morto sul proprio pezzo, mantenendo alta l’antica tradizione dell’Artiglieria secondo cui l’ufficiale di quest’Arma, ove necessario, cada sul pezzo piuttosto che consegnarlo al nemico, può farlo seguendo il link sottostante:
Eroe toscano di 22 anni, purtroppo ai più sconosciuto, non citato sui testi del “pensiero unico contemporaneo” che cercò di bloccare gli invasori USurai.
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Innumerevoli e spesso sconosciuti gli episodi di resistenza alla “Liberazione” cacciata in gola ad una Nazione stremata sotto tutti i profili dopo anni di una lotta impari. Episodi grandi e piccoli i quali , dimostrano che l’eroismo va ben oltre la patina agiografica per trasformarsi in un impulso che rifiuta semplicemente la fuga e sacrifica disperatamente tutto per contrastare il nulla. Straordinario il fatto che da quella considerata odiosamente periferia di una Nazione , sia emerso un episodio mancato a volte altrove dove piu’ la storia si attendeva come doveroso. Necessario che il sacrificio del Sottotenente Barbadoro sia diffuso e maggiormente ricordato anche a livello scolastico e istituzionale perche’ oltre ogni polemica manichea , coraggio e coerenza siano indicati come l’irrinunciabile impasto universale che l’UOMO nel senso piu’ alto del termine.
Claudio Modola
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