Il 26 gennaio 1943, dopo circa 200 chilometri di ripiegamento a piedi, con pochi muli e slitte, con temperature oscillanti intorno ai meno 40 gradi, sempre aspramente contrastati dai reparti nemici e dai partigiani sovietici, una lunghissima colonna di circa 40.000 uomini quasi tutti disarmati e in parte congelati, giunse davanti al villaggio di Nikolaevka. Si trattava di tedeschi, ungheresi e soprattutto italiani, alpini nello specifico.
In pratica le uniche truppe che ancora era organizzate ed avevano conservata le armi individuali e di reparto erano proprio i nostri glorioso alpini, rappresentatati dalla divisione Tridentina agli ordini del generale Giulio Reverberi. In quello sconosciuto villaggio, gli alpini entrarono nella Storia. Articolo completo cliccando sul link sottostante:
Nikolaevka 26 gennaio 1943, gli alpini sfondano l’accerchiamento sovietico
[…] Nikolaevka 26 gennaio 1943, la battaglia che ha consegnato gli alpini alla Storia […]
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[…] Dopo sette giorni di combattimenti il comando tedesco respinse la richiesta del comando italiano di autorizzare un ripiegamento difensivo, e il 13 gennaio l’offensiva sovietica travolse anche le posizioni della 2ª Armata ungherese, investendo il giorno successivo il XXV Corpo d’armata tedesco. Il 15 cadde la città di Rossoch, sede del comando del Corpo d’armata alpino, e poco dopo iniziò la tragica ritirata degli alpini del generale Nasci, A costo di perdite umane e in materiali altissime gli alpini della la divisione Tridentina, riuscirono a rompere l’accerchiamento sovietico nella celebre battaglia di Nikolaewka del 26 gennaio 1943. […]
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[…] alpini non si arresero mai e il 26 gennaio 1943 a Nikolaevka, grazie soprattutto alla divisione Tridentina, l’unita unità organica di quella colonna di […]
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