Durante i duri combattimenti sull’isola di Lero, evento centrale della campagna tedesca per la conquista del Dodecaneso, iniziata con un lungo bombardamento aereo il 26 settembre 1943, un giovane ufficiale italiano aggregato al comando della difesa marittima, immolava la sua vita per la Patria. Durante la battaglia il sottotenente Ferruccio Pizzigoni rimase gravemente ferito e venne catturato, ma non identificato dai tedeschi come ufficiale, in quanto privo di gradi che potessero identificarlo
Ma il ventiquattrenne nato a Milano il 7 maggio 1919, non volle sottrarsi al suo destino e decise di seguire le sorti dei suoi colleghi ufficiali, confessando di essere lui stesso ufficiale nonostante non portasse in quel momento nessun grado che lo potesse identificare come tale. Era il 12 novembre 1943 quando una scarica di fucileria germanica poneva fine alla sua breve ma eroica esistenza. Alla sua memoria venne conferita la Medaglia d’Oro al Valor militare con la seguente mirabile motivazione:
«Ufficiale in sottordine di batteria antinave in base insulare d’oltremare stretta d’assedio da preponderanti forze germaniche, piazzata una mitragliera sui resti di un cannone distrutto della batteria, effettuava personalmente efficacissimo fuoco contro aerei attaccanti in picchiata. Avvenuto lo sbarco nemico, incurante del fuoco dei mortai e dei persistenti attacchi aerei a volo radente ed in picchiata, iniziava e continuava il fuoco dei cannoni, riuscendo per due volte a colpire e costringere a riprendere il largo navi e mezzi nemici da sbarco. Rimasto ferito, con un solo marinaio superstite fra gli armamenti decimati, proseguiva il fuoco con due pezzi, caricando e puntando lui stesso un cannone fino al giungere dei rinforzi e prodigandosi oltre il limite della sua energia per soccorrere i feriti. Caduto esausto e rianimatosi dopo breve pausa, riprendeva con indomito ardore l’aspra lotta, finché, sopraffatto in lunghe ore di combattimento l’eroico presidio, faceva saltare i cannoni rimasti efficienti. Catturato dal nemico, ben consapevole delle feroci rappresaglie e pure avendo la possibilità di sfuggirle rimanendo nei ranghi dei semplici soldati, denunciava il suo stato di ufficiale, non esteriormente visibile, per seguire la sorte dei colleghi. Trucidato, cadeva confermando nell’estremo sacrificio mirabili virtù militari e sublime dedizione al dovere.»
— Lero (Egeo), 12 novembre 1943.
La battaglia sull’isola finì il 16 novembre 1943 con la vittoria delle truppe tedesche che tuttavia pagarono un alto tributo si per quanto riguarda le perdite di uomini e di materiali. Dopo la fine del conflitto il Politecnico di Milano ha conferito alla memoria del suo studente la laurea “ad honorem”. A Ferruccio Pizzigoni, la cui famiglia era di origini bergamasche, è intitolata una strada di Villongo (BG). Questa è la storia completa della vita di Ferruccio Pizzigoni: