Articolo originale intitolato: con il lanciafiamme sulle spalle
Avevano un devastante impatto psicologico sui soldati avversari, per la gravità delle ferite, spesso permanenti, che potevano provocare, ma anche per la dolorosa agonia prima di morire: i lanciafiamme, parimenti ai gas tossici del primo conflitto mondiale, rappresentarono, almeno fino all’uso della bomba atomica, una delle armi più devastanti fino ad allora concepite, tanto che numerose furono le discussioni per la loro messa al bando. Anche l’Italia si dotò di propri reparti di flammieri, coloro cioè che erano addestrati all’utilizzo di tale arma, spesso provenienti dalle fila dell’Arma del Genio, e inquadrati in speciali battaglioni e compagnie chimiche e lanciafiamme. E tanti furono coloro che vennero decorati al valore per le loro azioni al fronte,
compiute spesso a costo della vita. Giuseppe Di Odoardo, originario di Giulianova, dove era nato nel 1915, allo scoppio del conflitto venne assegnato al 55° Reggimento Fanteria Marche, 2° Battaglione Chimico, Compagnia Lanciafiamme…
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