26 maggio 1942, la morte del prefetto di Zara

Il 26 maggio 1942, cadeva vittima di un imboscata di partigiani titini precisamente del battaglione “Bude Borjan” al confine croato il prefetto della città di Zara, Vezio Orazi. Morirono con lui un ufficiale dei Carabinieri Reali il capitano Umberto Bonassisi comandante della Compagnia dei Carabinieri di Zara, il segretario del prefetto, un tenente del Regio Esercito Giacinto Trupiano e tre soldati Michele Sampanella, Dino Cialdi e Arnaldo Zoppi, componenti la scorta, vediamo brevemente come si svolsero i fatti.

Il mattino di quel tragico giorno il prefetto di Zara, decise di compiere un giro di ispezione nella parte orientale della provincia, scossa nei giorni precedenti da durissimi scontri tra i soldati italiani e i partigiani jugoslavi. Il prefetto salì a bordo di un’automobile condotta dal brigadiere di Pubblica Sicurezza Pietro Bardelloni e sulla quale salirono due ufficiali dei Carabinieri ed il segretario del prefetto. Durante l’ispezione il prefetto con il segretario e la scorta raggiunsero il presidio militare di Ervenico, ripartendo dopo avere accettato la scorta di due autocarri con a bordo una dozzina di soldati del Regio Esercito, poco dopo le 13,00.

Il convoglio aveva percorso un breve tratto di strada, quando l’automobile, che procedeva in testa al convoglio, giunta in un punto dove la strada si restringeva, cadde in un agguato teso da un gruppo di partigiani. Il brigadiere Bardelloni, venne immediatamente ucciso mentre si trovava al posto di guida, mentre il prefetto Orazi, il suo segretario, il capitano dei carabinieri, il segretario del prefetto e l’ufficiale e i tre soldati del Regio Esercito, rimasero uccisi nel corso della successiva violentissima sparatoria. A seguito della sua morte la 107ª Legione CC.NN. “Cairoli” di Zara condusse nella zona rastrellamenti arrestando e fucilando veri o presunti ribelli.

Vezio Orazi nacque a Roma il 1° novembre 1904. Nella stagione calcistica 1920/21, dopo aver precedentemente militato nella squadra Boys, entra a far parte della prima squadra della Società Sportiva Lazio e insieme al fratello Spartaco Orazi cominciano a far coppia fissa nella mediana biancoceleste. La carriera calcistica di Vezio si conclude nel 1923 e l’anno successivo quella del fratello. Seguitarono, giocando quasi sempre insieme, a scendere in campo fino ai primi anni ’30 in varie squadre minori romane tra le quali l’Appio-Metronia e formazioni di “Gentlemen”.

Orazi negli stessi anni si legò al regime fascista e fu un importante dirigente dello sport, impegnato soprattutto riguardo all’organizzazione dei G.U.F. i Gruppi Universitari Fascisti. Prestò servizio volontariamente in Africa orientale come Tenente del 3 ° reggimento bersaglieri e poco dopo la proclamazione dell’Impero del 9 maggio 1936, fondò il fascio di Addis Abeba e poco dopo averlo inaugurato venne richiamato in Italia e nominato prefetto di Cuneo e Gorizia prima di essere inviato a Zara poco dopo l’occupazione della Slovenia da parte del Regno d’Italia. Rivestì la carica di Prefetto, fino al giorno sulla sua morte, come abbiamo visto il 26 maggio 1942.

I funerali solenni si tennero a Roma nella Basilica di Santa Maria degli Angeli il 16 giugno 1942. E’ sepolto al cimitero monumentale del Campo Verano nel quartiere Tiburtino della capitale. Al prefetto verranno intitolati la Federazione fascista dell’Urbe e il il 15 giugno successivo il 112° battaglione squadristi Tevere della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale. L’11 marzo 1943, alla sua memoria veniva conferita la Medaglia d’Oro al Valor Civile, appuntata al petto del figlio Fausto dal Capo del Governo Benito Mussolini, con la seguente motivazione:

“Verificatisi entro i nuovi confini atti di brigantaggio e di ribellione, si recava, quasi giornalmente, nei luoghi più pericolosi,onde coordinare ed intensificare l’azione degli organi di polizia, in stretta cooperazione con le forze armate dello Stato. Già provato al fuoco in un conflitto durante il quale veniva ucciso un ribelle ed altri tre venivano fatti prigionieri, sorpreso in un agguato, durante il suo ritorno a Zara, sosteneva con animo intrepido, insieme a pochi valorosi, un aspro conflitto, durante il quale più volte colpito, perdeva la vita. Chiudeva così eroicamente la sua esistenza spesa tutta per la grandezza della Patria.

Erbenico (Zara), 26 maggio 1942.”

Prima di chiudere il posto ricordiamo che Spartaco Orazi, oltre alla carriera calcistica, dopo la laurea in ingegneria civile progettò fra le altre cose lo Stadio Flaminio e il Palazzo dei Marescialli, ai nostri giorni sede del C.S.M. il Consiglio Superiore della Magistratura e morì il 30 luglio ’41 in un tragico incidente aereo. Il figlio di Vezio, Lucio fu caporedattore del TG1 negli anni 80. Grazie per aver letto il nostro post e con la speranza che vogliate continuare a seguirci Vi diamo appuntamento al prossimo. Mi piace e commenti e/o suggerimenti su come migliorare l’articolo e il blog in generale saranno molto graditi.

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