15 novembre 1941, viene costituita la divisione alpina “Alpi Graie”

Il 15 novembre 1941, in piena seconda guerra mondiale venne costituita, nella zona di Ivrea, la Divisione Alpina “Alpi Graie”, a cui venne assegnato il numero 6. L’unità che prese il nome da un settore dell’arco alpino occidentale tra la Val d’Aosta e la Val di Susa, venne posta agli ordini del generale Mario Girotti, ufficiale torinese pluridecorato durante la Grande Guerra, che aveva poi guidato la divisione alpina “Julia” nella difficilissima campagna contro la Grecia nel 1940-41, guadagnandosi una seconda Medaglia d’Argento al valor Militare.

L’ultima nata fra le unità alpine non operò mai organicamente completa in quanto i suoi due gruppi di battaglioni operarono in zone completamente diverse. Il 3° gruppo alpini “valle” con i battaglioni Val Pellice, Val Cenischia e Val Toce e il gruppo d’artiglieria Val d’Orco, venne inviato in Francia a presidiare la Val d’Arc, prendendo poi parte nel novembre 1942, all‘operazione Anton, l’occupazione della Francia meridionale, seguita all’operazione Torch lo sbarco anglo-americano sulle coste dell’Africa settentrionale francese, avvenuto l’8 novembre.

Il 4° gruppo alpini “valle” agli ordini del colonnello Pietro Carretto con i battaglioni Val Chisone, Val d’Orco e Susa e al gruppo d’artiglieria Val d’Adige venne invece inviato in Montenegro, sbarcando nei giorni dal 14 al 16 dicembre a Cattaro. Pochi giorni dopo i reparti vennero subito impegnati nei duri combattimenti per occupare Crkvice e Grahovo, e la piana di Dragali.

Nel corso dei combattimenti nella zona di Dragali, il 26 Dicembre, mentre soccorreva un ferito, cadde colpito da un proiettile che gli recideva l’arteria femorale, provocandone la morte per dissanguamento il cappellano del Val Chisone Don Secondo Pollo. Alla sua memoria verrà conferita la Medaglia d’Argento al Valor Militare e 23 maggio 1998, Papa Giovanni Paolo II lo eleva agli onori degli altari a Vercelli proclamandolo beato.

Nel marzo 1942, giunse in Montenegro anche il 2° gruppo alpini “valle” agli ordini del colonnello Armando Pezzana con i battaglioni Val Leogra, Val Pescara e il gruppo d’artiglieria Val Isonzo. Furono mesi duri, che videro rifulgere il valore degli alpini nelle cruenta lotta antipartigiana nel Montenegro occupato, coronate dal successo delle nostre armi, che costrinsero le formazioni del futuro maresciallo Tito a ripiegare sconfitte in Bosnia.

Nell’estate del 1942 i reparti cominciarono progressivamente a rientrare in Madrepatria e nel gennaio del 1943, l’unità inquadrata nel XVI Corpo d’Armata è dislocata sulle montagne sovrastanti il porto e la città di La Spezia, col compito di proteggere la piazza marittima dove è ancorato il grosso della squadra da battaglia italiana. Il 15 agosto dello stesso anno assunse il comando della grande unità il neo promosso generale di divisione Mario Gorlier.

A seguito dell’armistizio dell’8 Settembre 1943 i reparti iniziarono la resistenza contro le truppe tedesche, rappresentate dalla 65^ divisione di fanteria e da un reggimento di SS, a cui si aggiunse presto la 305^. Nei duri combattimenti, si distinsero gli alpini del 4° gruppo “Valle” del colonnello Cunico che occupavano la destra del fiume Magra e che resistettero a La Spezia fino al momento in cui la nostra flotta potè uscire indenne dal porto, cessando i combattimenti il 13 settembre.

Fortunatamente tranne poche centinaia di alpini catturati dai tedeschi e trasferiti nei lager riservati agli Internati Militari Italiani nell’Europa orientale, la grande maggioranza delle penne nere della giovane divisione riuscirà a raggiungere in qualche modo le proprie case, non mancando di fornire un contributo alla lotta partigiana. Considerata sciolta nei giorni immediatamente successivi all’armistizio la “Alpi Graie” non non fu più ricostituita neppure come Brigata.

Per chi volesse approfondire l’argomento delle operazioni di controguerriglia condotta dalle unità del Regio Esercito in Montenegro consigliamo il libro scritto da Giacomo Scotti e Luciano Viazzi intitolato L’inutile vittoria La tragica esperienza delle truppe italiane in Montenegro. 1941-1942 di cui sotto riportiamo la recensione ufficiale:

Questa ricostruzione storica abbraccia il periodo che va dal dicembre 1941 al luglio 1942, cioè dal momento in cui – conclusasi con la repressione militare la fase dell’insurrezione del popolo montenegrino – cominciò la guerriglia partigiana che trasformò completamente il tipo di azione e le conseguenti reazioni, sia sul piano politico, sia soprattutto su quello militare-operativo. Le formazioni partigiane, inafferrabili e ben organizzate, anche se sprovviste spesso dei più elementari mezzi di sussistenza, rappresentarono una costante minaccia, insidiosa e tenace. In questo quadro ha un ruolo non trascurabile il cosiddetto collaborazionismo, con il frazionarsi della lotta in cento rivoli e il riaccendersi di secolari antagonismi etnico-religiosi o di rivalità tribali. Fu una guerra fatta soprattutto di marce faticose e interminabili, di atroci scontri e ancora più drammatiche rappresaglie, tanto da lasciare nell’animo di coloro che la combatterono un segno indelebile.

Grazie per aver letto il nostro post e con la speranza che vogliate continuare a seguirci anche in futuro Vi salutiamo e diamo appuntamento al prossimo.

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