Nome | Antonio Cianciullo |
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Luogo e data di nascita | Napoli, 11 febbraio 1915 |
Forza armata | Regio Esercito |
Arma | Fanteria |
Specialità | |
Grande unità | Divisione fantieria “Acqui” |
Reparto | Compagnia mitraglieri di Corpo d’armata |
Grado | Capitano, comandante CX Compagnia Mitraglieri |
Guerre |
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Data e Luogo di morte | Cefalonia, 22 settembre 1943 |
Motivazione della Medaglia d’Oro | «Comandante di compagnia mitraglieri di Corpo d’Armata fu tra i primi decisi assertori della lotta contro i tedeschi. Combatté strenuamente in prima linea con audace ardimento e supremo sprezzo del pericolo tanto da suscitare l’ammirazione dei reparti che vicino a lui combatterono. Ripetutamente, di iniziativa, accorreva con le sue armi in appoggio ai reparti impegnati e stremati dalla violenza dei bombardamenti aerei. Accerchiato il battaglione con il quale operava, sebbene invitato ad arrendersi, preferiva la difesa ad oltranza e mentre passava da un’arma all’altra, incoraggiava i suoi mitraglieri, impressionati dalle enormi perdite; manovrando egli stesso le armi rimaste prive di serventi, immolava la sua giovane vita con la visione di quanto ebbe più caro: la Patria.» — Cefalonia, 22 settembre 1943 |
Riconoscimenti e altre decorazioni |
Dati tratti da: https://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Cianciullo
Mi sono recato a Cefalonia l’anno scorso, gli Italiani sono trattati come fratelli perché, una persona anziana aveva più di 80 anni, mi ha riferito che gli Italiani gli davano da mangiare e se ha assaggiato per la prima volta gli spaghetti lo doveva proprio ad un militare Italiano dell’aeronautica.
Vi è un ossario in Cefalonia ed un gruppo di Italiani residenti in isola che mantengono vive la nostre tradizioni, Peccato che in Italia ci si dimentichi degli atti eroici di 13.000 persone della Divisione Acqui che fu trucidata dai Tedeschi e poi i superstiti raccolti in Kos ed a Scarpatos furono condotti con una nave italiana sulle mine da noi deposte appena fuori da Agropoli risultato Prigionieri uccisi 13500, tedeschi . . . nessuno.
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In realtà molte fonti fanno scendere il numero di morti molto sotto di quelli propagandati dall’ANPI che ha forzatamente fatto diventare gli uomini dell’Acqui tutti “partigiani”. Le navi dove erano stivati i prigionieri italiani furono sia affondate da mine che da bombardieri alleati. Ben 1302 morirono nell’affondamento della motonave Rosselli colpita da bombardieri alleati. Abbiamo dedicato un post all’episodio se vuole leggerlo può trovarlo qui https://italianiinguerra.com/2018/10/10/10-ottobre-1943-laffondamento-della-motonave-roselli/
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