8 giugno, la festa del 5° reggimento alpini

Per il fulgido valore e la granitica tenacia con cui il battaglione “Morbegno” resistette saldamente, pur con gravissime perdite, a soverchianti forze nemiche, mantenendo, in epica difesa, importantissime posizioni

M. Fior – Castelgomberto, 5-7-8 giugno 1916 – Al battaglione “Morbegno”)

Con Decreto 31 ottobre 1920, la bandiera del glorioso 5° Reggimento Alpino veniva decorato con la motivazione sopra riportata, di Medaglia d’argento al Valor Militare. Da allora l’8 giugno di ogni anno cade la festa del reggimento che, più tardi nella seconda guerra mondiale si conquisterà due Medaglie d’Oro al Valor Militare per il sacrificio prima nella campagna di Grecia nel 1941 e successivamente nella durissima battaglia del Don sul fronte russo, l’anno successivo.

Ma andiamo con ordine e analizziamo in breve la storia di uno fra i reparti più glorisoi del nostro Esercito. Il 5° Reggimento Alpini si forma 1° novembre 1882 con i battaglioni “Val Dora”, “Moncenisio”, “Valtellina”. Nel 1886 i battaglioni dipendenti prendono il nome di “Morbegno”, “Tirano” ed “Edolo”. Nel 1887-88 invia la 48ª compagnia in Eritrea nell’ambito delle prime operazioni militari coloniali del nostro paese.

Il 24 luglio 1906 nella caserma “Luigi Torelli” di Tirano, si costituì un plotone sperimentale per testare nuovi tipi di uniformi. Il “plotone grigio” costituito da 40 alpini scelti dalla 45 cp del btg Morbegno comandati dal tenente Tullio Marchetti sarà la prima unità ad indossare il gloriosi “grigioverde” che diventerà la nuova uniforme adottata per tutto il Regio Esercito.

Il  battaglione Edolo prenderà parte alla guerra contro l’Impero Ottomano combattendo il Libia nel 1911-12. Pochi anni dopo scoppia la Prima Guerra Mondiale e sarà la prima guerra in cui il reggimento si coprirà di gloria combattendo sull’Adamello, sull’Ortigara e sulla Baisizza, guadagnandosi sia la Medaglia d’Argento come ricordato a inizio post sia l’Ordine Militare di Savoia, conferito all’Arma di Fanteria il 5 giugno 1920:

Nei duri cimenti della guerra, nella tormentata trincea o nell’aspra battaglia,conobbe ogni limite di sacrificio e di ardimento; audace e tenace , domò infaticabilmente i luoghi e le fortune, consacrando con sangue fecondo la romana virtù dei figli d’Italia (1915 – 1918)

Con l’ordinamento 1921 è inserito nella 2ª Divisione Alpina “Tridentina” e successivamente nel II Raggruppamento Alpini nel 1923 quindi nella II Brigata Alpina nel 1926. Dal 1935 è inquadrato con i reggimenti 6° alpini e 2° artiglieria alpina nella Divisione Alpina  “Tridentina” e nell’autunno 1935 il comando di reggimento fu trasferito a Merano caserma Cavour.

Nel febbraio 1939 i btg Edolo del 5° insieme al Vestone del 6° con le rispettive batterie furono mobilitati con organici di guerra e con abiti civili furono inviati via mare in Spagna e sbarcati a Cadice. Nel frattempo con l’occupazione di Madrid  il 28 marzo da parte delle truppe franchiste, cessarono le ostilità e i due battaglioni furono rimpatriati e smobilitati.

Nel 1939 furono mobilitati i btg valle : Valtellina, Val d’Intelvi, Val Camonica,  che all’inizio del conflitto furono inseriti nel 5° Gruppo Alpini Valle nel settore Po-Stura-Maira alle dipendenze del II° Corpo d’Armata. I btg permanenti furono schierati in seconda linea nel settore Baltea-Orco-Stura. Al termine della breve campagna delle Alpi occidentali il reparto accuserà 18 morti e 105 feriti, mentre i battaglioni valle verranno sciolti il 31 ottobre 1940.

Sempre inquadrato nella “Tridentina”  il  5° prenderà parte a due durissime campagna prima sul monti dell’Albania e successivamente nelle steppe russe del Don. Il 14 ottobre 1940 il reggimento parte per l’Albania con il Morbegno, l’Edolo e il Tirano di rinforzo alla Divisione Julia. Il 13 novembre i primi 2 sono già attestati sulle alture della zona montana Morava in Alta Valle Devoli a contatto col nemico. Il 16 arriva in linea anche il Tirano che tenta la riconquista del Monte Kugg dove cade il tenente Brenna comandante della 46ª compagnia, primo Caduto del reggimento in terra albanese.

Il Morbegno viene duramente impegnato a quota 1828 di Monte Lofka e dopo i durissimi combattimenti nell’inverno 1940-41 che ridurranno l’Edolo a 56 uomini Troveremo il 5° il giorno della firma della resa greca 24 aprile 1941, attestato a Ponte Perati. Le perdite in questa dura campagna sono di 120 Caduti, 184 dispersi, 510 feriti e 1082 congelati. Al reggimento viene concessa la Medaglia d’Oro al Valor Militare che verrà appuntata sul labaro da S.M. Re Vittorio Emanuele III a Torino il 25 maggio 1942 con la seguente motivazione:

Sul fronte greco in cinquanta giorni di lotta senza tregua contro un nemico più forte di numero, di artiglierie, di armi automatiche, il 5° Reggimento Alpini, con suoi battaglioni “Morbegno”, “Tirano”ed “Edolo”, fusi in un blocco granitico di forze spirituali e materiali, superando asprissime difficoltà di clima e di terreno, teneva testa eroicamente all’avversario, contestando gli il terreno a palmo a palmo e con contegno risoluto ed aggressivo. Malgrado le fortissime perdite che lo avevano ridotto ad un pugno di eroi, continuava ostinatamente a combattere per l’onore della Patria e perché cosi vuole la forte tradizione alpina. Successivamente, su altro importante settore montano, fermo ed incrollabile sulle posizioni affidategli, riaffermava con gloriose tenaci difese e con vittoriosi ardimenti offensivi, senza mai contare i sacrifici, la sua fama di preclaro valore guerriero. Magnifico esempio, nei capi e nei gregari, di altissime virtù militari (Alture di Morava – Dushar – Varri Lamit – Cuka e Liquerit – Cuka e Greves – Guri i Prer – Bregu i Math – Sqimari, 14 novembre -30 dicembre 1940; Pupait – Guri i Topit, gennaio – aprile 1941).

A fine luglio del 1942 partirono dalle stazioni di Avigliana e Collegno le 14 tradotte che trasportavano l’intero reggimento (194 ufficiali e 5588 sottufficiali ed alpini) e precisamente il btg Tirano, il btg Edolo e il btg Morbegno verso le montagne del Caucaso. La destinazione cambierà a causa dello sfondamento russo, così anzichè a Rostov il reggimento dirige verso Voroscilovgrad. Il 30 agosto 1942 sotto colpi di mortaio cadono alcuni ufficiali ed il comandante del btg Tirano il maggiore Volpatti.

Sostituito da truppe rumene il reggimento si avvia verso la zona di Podgornoje ed ai primi di novembre occupa la riva destra del fiume Don fra Bassowka e Belagorje.Sono 10 chilometri di fronte,un’estensione enorme in rapporto alle forze che li presidiano. In dicembre i russi sferrano una micidiale offensiva riuscendo a sfondare prima nel settore meridionale e poi in quello ungherese a nord per cui gli alpini sono intrappolati dalla tenaglia sovietica.

Il 16 gennaio 1943 inizia il ripiegamento che terminerà a Wossnesenowka il 31. Sarà un susseguirsi di episodi di valore da Skororyb e Sceliakino dove si distinse l’Edolo, a Warwarowka dove venne praticamente distrutto il Morbegno ai fatti di Arnautowo dove il Tirano si sacrifica per permettere alla colonna principale di giungere a Nikolaevka, dove il 26 gennaio 1943 l’Edolo sarà protagonista della battaglia finale. Alla fine di quei terribili giorni che consegneranno il 5° alpini e la Tridentina intera alla gloria eterna le perdite del reparto saranno di 173 morti, 2698 dispersi, 1258 feriti e congelati.

La tremenda odissea terminerà a Shlobin a fine marzo quando solo quattro tradotte riportano in Patria i resti del glorioso reggimento al quale con Decreto 31 dicembre 1947 verrà concessa la seconda Medaglia d’Oro al Valor Militare che così recitava:

In sette mesi di durissima campagna sul fronte russo si dimostrava granitica e potente unità di guerra, saldissimo fascio di indomite energie, di ferree volontà e di leggendario ardimento. Durante una difficilissima manovra di ripiegamento dal fronte del Doti, sempre vittoriosamente tenuto, i suoi battaglioni “Morbegno”, “Tirano”, “Edolo”, malgrado le eccezionali avverse condizioni di clima e di elementi, le asperrime estenuanti marce lungo le sterminate distese di neve, la mancanza assoluta di ogni rifornimento, davano continue fulgidissime prove delle loro fiere qualità guerriere. Operando con rara abilità in territorio insidiosissimo, pur spossati dalle più aspre fatiche e privazioni, superando ogni umana possibilità di resistenza fisica e morale, a Scererjb, a Scheljakino, a Wawarowka, a Nikitowka, a Nikolajewka ed in altri numerosi durissimi combattimenti, troncavano sempre nuove soverchianti forze nemiche appoggiate da potenti mezzi corazzati e con furore leonino rompevano il cerchio di ferro e di fuoco in cui l’avversario, rabbiosamente deciso di annientarli, si illudeva di averli ormai chiusi. Col loro intrepido valore e con la loro travolgente irruenza, in nobile gara di abnegazione, di arditezza e di irresistibile slancio con i battaglioni del reggimento gemello, travolgevano il nemico, ne contenevano e ne arginavano l’irruente avanzata, creando la indispensabile premessa alla ripresa ed aprivano la via della salvezza a numerose unità. Primi nell’offerta, nella sofferenza e nel sacrificio, i tre ferrei battaglioni, sempre fedeli alla loro antica tradizione, hanno superato con più che leggendario valore il loro eroico passato di guerra (Fronte russo: Bassowka – Schererjb – Scheljakino – Nikitowka – Nicolajewka, agosto 1942 – febbraio 1943).

Nella primavera del 1943 fu intrapresa nei depositi, l’opera di ricostruzione delle unità che risultavano pressochè distrutte dopo l’esito del ripiegamento in terra russa. La ricostruzione era in atto quando a seguito dell’armistizio dell’8 settembre 1943 i reparti si sciolsero come la maggior parte delle nostre forze armate, dopo aver resistito con le armi ai tedeschi nella zona di Bolzano.

Il 5° Reggimento Alpini torna in vita il 1° gennaio 1953 inquadrato nella Brigata alpina “Orobica” fino al 27 luglio 1991, quando a seguito dello scioglimento della stessa Brigata  il reparto passa in forza alla “Tridentina”. L’8 agosto 1992 il battaglione viene inquadrato nel ricostituito 5° Reggimento Alpini e viene impiegato nelle missioni di ordine pubblico Vespri Siciliani  in Sicilia,  Riace in Calabria ed in soccorso alle popolazioni colpite dall’alluvione del 1994 in Piemonte.

Nel corso del 2001 con lo scioglimento della Tridentina il 5° reggimento alpini, passa alle dipendenze della Brigata alpina  “Julia”. Aliquote di personale partecipano anche all’operazione di controllo sul territorio nazionale “Strade Sicure”. Prima di chiudere il post due parole su motto e stemma. Il motto del reggimento fu durante la Grande Guerra “A noi le porte delle Alpi”, variato negli anni 30 in quello che è rimasto invariato fino ad oggi“Nec videar dum sim” che tradotto significa “Non per apparire ma per essere”. Lo stemma del Reggimento è cosi descritto sul sito dell’Esercito Italiano: 

Scudo: D’azzurro al capriolo d’oro accompagnato da due silfi del medesimo; in punta tre monti all’italiana d’argento (2-1). Il tutto abbassato al capo d’oro con quartier franco partito: a) d’azzurro al tridente d’Ucraina d’oro; b) d’azzurro e d’argento a fasce alternate (Grecia).

Ornamenti esteriori: sullo scudo corona turrita d’oro, accompagnata sotto da quattro nastri annodati nella corona, scendenti e svolazzanti in sbarra e in banda al lato dello scudo, due azzuro filettati d’oro, uno azzurro e argento ed uno d’azzurro rappresentativi delle ricompense al Valore. Nastro dai colori dell’Ordine Militare d’Italia accollato alla punta dello scudo, sotto lo scudo su lista bifida d’oro, svolazzante, con la concavità rivolta verso l’alto, il motto “Nec videar dum sim”. ​

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