Il vile assassinio del maggiore Adriano Visconti di Lampugnano

Il 29 aprile 1945, a Gallarate, il maggiore Adriano Visconti di Lampugnano firmò la resa del suo reparto, il 1º Gruppo caccia “Asso di Bastoni” dell’A.N.R. l’Aeronautica Nazionale Repubblicana. L’atto venne controfirmato dai rappresentanti della Regia Aeronautica, del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI), del Comitato di Liberazione Nazionale (CNL) e da 4 capi partigiani.

L’accordo garantiva la libertà ai sottufficiali ed agli avieri del Gruppo, e l’incolumità personale di tutti gli ufficiali, nonché l’impegno di consegnare questi ultimi alle autorità militari italiane o alleate, come prigionieri di guerra. I 60 ufficiali e le 2 ausiliarie del 1° gruppo caccia vennero quindi condotti a Milano, nella caserma del Rgt. “Savoia Cavalleria” (3°), già sede dell’Intendenza della Guardia Nazionale Repubblicana allora occupata dalle brigate garibaldine “Redi” e “Rocco”

Non appena i prigionieri furono sistemati in un primo stanzone, e solo dopo aver convinto tutti gli ufficiali a lasciare per terra le loro armi di ordinanza, un partigiano ordinò a Visconti di seguirlo. Il sottotenente Valerio Stefanini, aiutante maggiore del comandante, ritenne Suo dovere accompagnarlo, in quello che sembrava un semplice interrogatorio. Nessuno poteva sospettare cosa stava per accadere, era appena stato sottoscritto un accordo ben preciso ed inoltre occorre ricordarlo né Visconti, né i suoi ufficiali e in generale l’Aeronautica Nazionale Repubblicana erano mai stata coinvolti in episodi riguardanti la cruenta guerra civile, che stata insanguinando la nostra penisola da quasi due anni.

Il Macchi MC 205
Il Macchi MC 205 “Veltro” il miglior prodotto dell’industri bellica italiana

Visconti con altri pochi coraggiosi si era prodigato, nei mesi successivi alla stipula dell’armistizio con gli alleati dell’8 settembre per limitare con i pochi mezzi a disposizione i terribili bombardamenti che americani e britannici portavano quotidianamente sugli impianti industriali e sulle città italiane volando sul miglio caccia che l’industri bellica italiana forni nel corso del secondo conflitto mondiale, il macchi MC 205 Veltro e sui Messerschmitt Bf 109, assegnati all’A.N.R. quando la nostra industria bellica non era più in grado di ripianare le dure perdite subite dai reparti costretti a combattere sempre in grande inferiorià numerica.

Intorno alle 14:00 però, mentre gli ufficiali del 1°gr. ct. venivano condotti in un altro stanzone dove erano state approntate delle brande, furono udite due raffiche improvvise. Secondo il colonnello von Ysemburg, ufficiale di collegamento della Luftwaffe al Ministero dell’Aeronautica Repubblicana, allora presente, i due, Visconti e Stefanini, furono colpiti alle spalle da raffiche di mitra e il maggiore finito con due colpi di pistola alla nuca. Moriva così assassinato senza uno straccio di processo colui che o, che al National Air and Space Museum di Washington viene celebrato come il più grande asso italiano della seconda guerra mondiale. Il giorno della loro morte, Visconti aveva 29 anni, il suo ufficiale d’ordinanza ne aveva solo 22.

Ai restanti prigionieri venne successivamente comunicata la notizia dell’avvenuta esecuzione. e gli stessi vennero salvati da ulteriori assassinii all’ultimo momento, solo dall’arrivo di truppe inglesi, di ufficiali del Regio Esercito e dei Carabinieri che riuscirono a farli spostare dalla Montebello. Le vere cause dell’assassinio di Adriano Visconti e di Valerio Stefanini, perpetrato in spregio delle clausole di resa del 29.4.1945, ad oggi non sono ancora note.

Adriano Visconti di Lampugnano, asso prima della Regia Aeronautica poi dell’Aeronautica Nazionale Repubblicana Visconti, accreditato di dieci vittorie aeree, sei con la Regia e quattro con l’A.N.R. fu sepolto nel Cimitero di Musocco a Milano, dove tuttora riposa, nel campo 10 detto anche Campo dell’Onore insieme a centinaia di aderenti alla Repubblica Sociale Italiana caduti di quei giorni, molti dei quali rimasti anonimi.

Gli sono state conferite quattro medaglie d’argento, più altre due come da prassi non riconosciute in quanto conferite dal governo della Repubblica Sociale Italiana, oltre a 2 di bronzo, fra cui vogliamo citare la prima, ottenuta pochi giorni dopo l’entrata in guerra dell’Italia. Quel giorno l’allora sottotenente Adriano Visconti mise in pericolo la sua vita per salvare quella di un equipaggio della Regia Aeronautica abbattuto nel deserto libico.

«Ufficiale pilota di grande calma e sangue freddo, provato in numerose e rischiose ricognizioni e in audaci attacchi contro autoblinde nemiche, durante una missione bellica veniva attaccato da tre caccia nemici che danneggiavano gravemente il velivolo.
Con abile manovra atterrava su un campo di fortuna organizzando subito, con spirito combattivo, la strenua difesa dell’equipaggio.»
— Cielo di Sidi Omar – Amseat – Sidi azeis, 11-14 giugno 1940

Sotto riportiamo un breve elenco dei riconoscimenti tributati in Italia e nel mondo all’asso italiano

  • Nel National Air and Space Museum di Washington (USA) è sistemata, su segnalazione dell’Ufficio Storico dell’USAF, una foto di Visconti come “asso” dell’Aeronautica italiana.
  • Presso il “Museo Storico Aeronautico Scientifico e Tecnologico Forze Armate” a Fiume Veneto è presente un monumento dedicato ad Adriano Visconti di Lampugnano e agli uomini che servirono sotto il suo comando nell’ANR.
  • All’interno del Museo Storico Aeronautico del Friuli Venezia Giulia è conservata la divisa originale del Maggiore Adriano Visconti ed una sua fotografia con la dicitura di asso della caccia italiana, è sistemata nel museo di Ellis Island (NY) Usa.
  • Compare come personaggio, assieme ad altri celebri aviatori Italiani quali Francesco Baracca e Arturo Ferrarin, nel film d’animazione giapponese Porco Rosso, del 1992, opera di Hayao Miyazaki.
  • Il suo nome insieme ad altri aviatori piloti dell’A.N.R. è inciso sui marmi bianchi del Cortile d’Onore del Palazzo dell’Aeronautica Militare a Roma
marmi bianchi del Cortile d’Onore del Palazzo dell’Aeronautica Militare a Roma dove è inciso anche il nome di Adriano Visconti, insieme ad altri piloti dell’ANR

Di Adriano Visconti si parla ampiamente in sei film documentari, per la regia di Claudio Costa: Volando con Visconti del 2010, dedicato alla memoria di Visconti e Stefanini, in cui il tenente pilota Cesare Erminio, che combatté con lui racconta la sua esperienza di guerra a fianco del’amico e comandante; Aquile senza corona del 2011, il cacciatore del cielo dello stesso anno, dai pulcini di Quarantotti alle comete di Visconti del 2012, in cui Gino Pizzati sergente Maggiore, che combatté con Visconti, narra molti fatti accaduti nel periodo in cui l’Aeronautica Nazionale Repubblicana fu attiva, in particolare quando il gruppo di Visconti andò in Germania per il corso di pilotaggio sui BF 109 e sui Me 163 Komet; Primo Gruppo Caccia Asso di Bastoni del 2017 ed infine “Le Aquile di Visconti” del 2018, film basato sui filmati in 8 mm dell’allora Tenente Cesare Erminio, questo documentario ripercorre la storia del primo gruppo caccia Asso di Bastoni.

Grazie per aver letto il nostro post e con la speranza che lo abbiate apprezzato e vogliate continuare a seguirci, Vi salutiamo e diamo appuntamento al prossimo.

 

8 pensieri riguardo “Il vile assassinio del maggiore Adriano Visconti di Lampugnano

  1. Il Maggiore Adriano Visconti di Lampugnano,della Aviazione Repubblicana Italiana,è stato uno di “quelli ” che Non hanno accettato,di essere bombardati ferocemente dagli avversari (Alleati ),i quali “liberavano “i civili. … (dopo la guerra Tutto dimenticato! ).

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  2. MIO NONNO ERA AVIERE DELLA SANITA’ IN TEMPO DI GUERRA CAR AD ORVIETO BERETTA GIACOMO DISPERSO 2 ANNI E’ TORNATO MALATO E DEPERITO MORI’ A SOLI 48 ANNI. IO SONO FIERO DI LUI . IL SUO RICORDO MI RAFFORZA OGNI GIORNO ANCHE SE NON LO MAI CONOSCIUTO SO CHE LUI CE.

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  3. Ho conosciuto personalmente il Maggiore Adriano Visconti un mattino del marzo 1945, al Ponte di Oleggio, ove ero in sevizio. Cercava, insieme a suoi ufficiali ed avieri, due appartenenti al Gruppo Asso di Bastoni, probabilmente catturati da partigiani.
    Attilio Selvini (il mio “curriculum” è su Google)

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  4. Sul n° 7 /2008 di TACARMI (rivista di Milano) vi è il mio articolo: “Adriano Visconti, una pistola, un personaggio”.

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  5. Adriano Visconti è l’asso della caccia italiana con 26 abbattimenti e 30 probabili (danneggiamenti in volo, o in condominio con altri), riconosciuti anche dalle autorità americane (vds. quanto dice lo Smithsosian Museum di Washington -Ufficio Storico USAF). Le dieci vittorie qui attribuite fanno riferimento ad uno studio, incompleto, basato sul libretto di volo (incompleto di Visconti)da due ricercatori italiani, decisamente poco attendibili. Testimoni oculari, con lui nel reparto, hanno sempre testimoniato che Visconti era uso attribuire i suoi abbattimenti ai suoi piloti caduti in azione al fine di far ricevere il premio del Duce (per l’abbattimento) alla famiglia del deceduto. Tra questi testimoni c’è anche Di Lollo, futuro comandante delle Frecce Tricolori.

    Il mandante del vile assassinio fu Aldo Aniasi (Partigiano ISO), com.te la brigata partigiana che fece anche seppellire i due cadaveri, di Visconti e Stefanini, nel cortile della caserma con “i piedi all’infuori del terreno” a mo’ di sfregio. Il guardaspalle di Aniasi, russo, perpetrò l’assassinio e poi fu fatto rimpatriare la mattina dopo verso Mosca, prima che alcune indagini avessero luogo. Aniasi sarà poi sindaco di Milano e Deputato della Repubblica tra le file del PSI per diversi anni. Il capellino della caserma fece recuperare poi i cadaveri per procedere ad una degna sepoltura.

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