6 aprile 1941, la resa di Addis Abeba e il suicidio del generale Agenore Frangipani

Il 3 aprile 1941 il Governo centrale e i vertici militari abbandonavano Addis Abeba, capitale dell’Africa Orientale Italiana e il 5 lo sgombero della città era praticamente completato. Il Viceré d’Etiopia il Duca Amedeo d’Aosta si dirigeva verso l’Amba Alagi, un monte alto circa 3.000 metri che fa parte di una catena montuosa formata da nove monti, per organizzare l’ultima resistenza. Il Duca e i suoi circa settemila uomini fra nazionali e indigeni resisteranno su quelle alture fino all’esaurimento di viveri e munizioni per circa quaranta giorni fino al 14 maggio, quando riceveranno l’onore delle armi dalle truppe britanniche.

Gli inglesi rendono gli onori milkitari sull'Amba Alagi

Il 6 aprile 1941, circa cinque anni dopo la proclamazione dell’Impero le truppe inglesi occupavano la capitale abbandonata dalle nostre truppe il giorno precedente e un generale italiano si toglieva la vita suicidandosi con il veleno. Da soli tre giorni era stato nominato Governatore dello Scioà, una delle sei zone in cui era stata divisa amministrativamente l’A.O.I. e da cui dipendeva la Capitale. Il protagonista del nostro post è Agenore Frangipani nato a Benevento il 4 dicembre 1876 da una famiglia di nobile e antico lignaggio, quella dei marchesi di Mileta.

Secondogenito del marchese di Mileta, fu destinato alla carriera militare in marina, studiando per qualche tempo all’Accademia Navale di Livorno, ma preferendo poi dedicarsi alla carriera di ufficiale nell’esercito, entrò all’Accademia Militare della Nunziatella, dalla quale uscì nel 1899 tenente dei corazzieri e migliore allievo del suo anno. Fino al 1910, non prese praticamente parte alla vita militare, dovendo occuparsi alla morte dei genitori e del fratello maggiore dell’amministrazione delle sue terre.

Ciò nonostante fu promosso capitano dei corazzieri nel 1906 e due anni dopo lasciò la cavalleria e i corazzieri per l’artiglieria. Nel 1911 prese parte alla guerra italo-turca in Libia, interessandosi particolarmente della difesa antiaerea turca e dopo la presa di Tripoli scoprì alcune delle difese antiaeree turche, proponendo al ministero della guerra italiano di impiantarne di simili sulle coste italiane e negli avamposti coloniali in Libia.

Durante la prima guerra mondiale Frangipani si distinse come accanito interventista a favore dell’Intesa e partecipò personalmente ai primi combattimenti sul Carso e a differenza di altri ufficiali di nobile famiglia, non volle entrare nello Stato maggiore e continuò la guerra combattendo in trincea, venendo promosso maggiore nel 1917 e colonnello un anno dopo la fine della guerra.

Non ostile al fascismo nella sua forma di rinascita della potenza militare italiana, si iscrisse al partito fascista l’anno seguente alla presa del potere del movimento di Mussolini.  Alto funzionario al ministero della guerra, fu addetto militare a Berlino e a Parigi fino al 1930, successivamente si distinse durante la guerra d’Etiopia e nel 1936 fu promosso maggior generale. Prese inoltre parte alla guerra civile spagnola a fianco dei franchisti come comandante di un contingente italiano.

Partecipò alle operazioni di occupazione dell’Albania e successivamente fece ritorno nei territori dell’ Africa Orientale Italiana come ufficiale di corpo d’armata. In Etiopia si trovò a dover contrastare l’avanzata delle truppe del Commonwealth e tre giorni prima della resa di Addis Abeba, succede al generale Giuseppe Daodice, quale governatore della capitale, cedendo la città agli inglesi il 6 aprile 1941. Non potendo sopportare il disonore della resa senza poter combattere,  durante la fuga dalla città, il generale si suicidò con del veleno.

Il 5 maggio 1941, Haile Selassie I Imperatore d’Etiopia esattamente cinque anni dopo la proclamazione dell’Impero italiano in Etiopia, tornò ad Addis Abeba per reclamare il suo trono. A novembre, l’ultima resistenza organizzata italiana in Etiopia si concluse con la resa di Gondar, ma non era ancora finita. Alcuni italiani spalleggiati da ascari rimasti fedeli al tricolore e ai loro ufficiali condussero una valoroso guerriglia anti.britannica che durò per altri due anni.

Il mito dell'Impero. Storia delle guerre italiane in Abissinia e in Etiopia

Sull’intera vicenda dell guerre combattute dagli italiani in Etiopia dalla campagna che porto alla conquista dell’Impero proclamato il 5 maggio 1936, alla dura campagna di controguerriglia degli anni seguenti fino alla sconfitta contro i britannici nel 1941, ci permettiamo di consigliare ai nostri lettori questo nuovissimo libro edito solo pochi mesi fa intitolato: “Il mito dell’Impero. Storia delle guerre italiane in Abissinia e in Etiopia”. Grazie per aver letto con tanta pazienza il nostro post, con la speranza che vogliate continuare a seguirci anche in futuro Vi salutiamo e diamo appuntamento al prossimo.

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