22 luglio 1943, Luigi Scapuzzi Medaglia d’Oro per la difesa di Leonforte

La battaglia per la Sicilia era ancora in pieno svolgimento, seppure l’esito finale appariva ormai segnato, era il 22 luglio 1943 dodici giorni dopo l’invasione e mentre il sottotenente Sergio Barbardoro con un solo pezzo di artiglieria riusciva a ritardare di parecchie ore la conquista di Palermo da parte del generale americano Patton al costo della propria vita, nell’interno della Sicilia, un altro giovane ufficiale si copriva di gloria combattendo nella zona di Leonforte in provincia di Enna.

Era il piacentino sottotenente di complemento Luigi Scapuzzil che combattendo sul suo semovente L40 da 47/32 inquadrato nella III compagnia del 233° Battaglione Semoventi del 33° Reggimento Carristi della Divisione “Livorno inquadrata nella 6° Armata italiana, donava la propria vita alla Patria durante i duri combattimenti contro le truppe canadesi. Alla sua memoria verrà concessa la Medaglia d’Oro al Valor Militare con la seguente lodevole motivazione:

“Chiedeva insistentemente ed otteneva di essere trasferito dal deposito ad un battaglione semovente da 47/32 destinato in zona di operazioni. Nella prima fase di un ciclo operativo assegnato a rifornimenti di una compagnia, assolveva compiti affidatigli con elevato senso del dovere e spirito di iniziativa su itinerari intensamente battuti. Successivamente, cadutone prigioniero il comandante, assumeva il comando della compagnia. Durante un combattimento notturno particolarmente accanito, posto a protezione di reparti duramente attaccati eseguiva continue puntate offensive per tentare di contenere l’urto degli assalitori. Esaurite tutte le munizioni di bordo, piuttosto che ripiegare, preferiva imbracciare il mitra e col busto eretto fuori del carro continuava l’impari lotta. Trovava così morte gloriosa, colpito in pieno petto.”

Sicilia, 10-22 luglio 1943.”

Luigi Scapuzzi

Luigi Scapuzzi, figlio dell’impresario edile Francesco e di Maria Bricchi, nacque a Fiorenzuola d’Arda (Piacenza) il 4 ottobre 1920, compì gli studi elementari e medi nel suo paese natio, completandoli col conseguimento del diploma di insegnante elementare presso l’Istituto Magistrale di Parma. A vent’anni aveva già fatto le sue scelte ideologiche e, in un periodo in cui poteva essere pericoloso, si era iscritto ad una Associazione democratica in opposizione al regime del tempo.

Nel 1940, al momento dello scoppio della guerra, era appena stato assunto come impiegato nell’Ufficio delle imposte dirette, in precedenza aveva insegnato, in qualità di supplente temporaneo, nelle scuole elementari del suo paese. Nel gennaio 1941 venne chiamato alle armi, frequentò il corso di specializzazione per Ufficiali di reparti corazzati a Bologna, concludendo lo stesso come primo in graduatoria.

Alla conclusione del corso venne assegnato ad un Battaglione del 233° Reggimento carristi di Parma, dove svolse il periodo di Ufficiale di prima nomina. In seguito chiese di far parte di un’unità operativa e di essere inviato al fronte in Sicilia, la sua richiesta venne esaudita e fu assegnato al IV Battaglione Carri di supporto alla 6° Armata italiana della Divisione “Livorno”. Il 10 giugno come abbiamo visto nei nostri precedenti post due armate alleate, una britannica e una statunitense sbarcavano sulle coste siciliane.

Il 12 luglio 1943, qualche giorno dopo lo sbarco Alleato a Licata, Luigi Scapuzzi, si trovava con la sua Compagnia Carri semoventi L 40 da 47/32 al Bivio Gigliotto nei pressi di San Michele di Ganzaria, qui, dopo un furioso combattimento il suo comandante venne fatto prigioniero dai soldati americani e lui quale vice-comandante assunse la responsabilità delle operazioni di guerra trovandosi subito a suo agio in questo nuovo ruolo.

Semovente L40 da 47 32.jpg
Semovente da 47/32 su scafo L/40

Seguendo gli ordini del Comando della Divisione “Livorno”, che come abbiamo visto si era quasi completamente sacrificata sulle spiagge intorno a Gela nel vano, ma quasi riuscito tentativo di costringere gli americani a reimbarcarsi, la Compagnia Carri semoventi comandata da Scapuzzi si accampò in territorio di Assoro e Leonforte lungo la linea difensiva tedesca centro-orientale. Prima di proseguire vogliamo segnalarvi il nostro post dedicato alla battaglia di Gela che potete trovare al seguente link:

11 luglio 1943, la battaglia di Gela poteva realmente cambiare la Storia?

Dopo la conquista di Valguarnera i canadesi puntarono sulle due roccaforti a nord-est di Enna, più a ovest a oltre 600 metri di altezza, si trovava Leonforte, che venne assegnata come obbiettivo al Loyal Edmonton e al Princess Patricia’s della 2ª brigata di Vokes, e un po’ più a sud-est Assoro, posta su un costone di 920 metri da cui si dominava il letto asciutto del Dittaino, affidato all’Hastings and Prince Edward della 1ª brigata di Graham. Le due brigate erano inquadrate nella 1ª divisione di fanteria canadese.

Lì si erano trincerati forti elementi corazzati del 3°/104° PzrGr del maggiore Bhulla e ciò che restava del 33° e 34° fanteria della divisione “Livorno, più una compagnia mortai con soli 6 pezzi da 81, il III°/28° artiglieria del capitano Iannarone, privo di cinque pezzi ma con aggregata una batteria da 149/13 del CIX°, ed alcuni corazzati agli ordini del maggiore Gabriele Villari, l’ex vicecomandante del Gruppo mobile A, tra cui gli L 40 di Tomasone, arrivati ad Assoro alla guida del 23enne sottotenente Scapuzzi che per qualche ora aveva sostituito lo stesso Tomasone, che come abbiamo appena visto era stato catturato dal nemico per mezza giornata.

Nella notte del 21 luglio 1943, il gruppo “Ens” della Divisione tedesca Silizien respingeva le truppe canadesi e contrattaccava per difendere il possesso della strada Leonforte-Nissoria, ma poi soverchiato dalle truppe canadesi, il maggiore Bhulla dava l’ordine di ripeigare verso Nissoria. A quel punto l’ufficiale germanico ordinò di incendiare il deposito italiano di fusti di benzina in Contrada Pirito, inviando il maggiore Villari a presidiare il lato sud-est dell’abitato.

Nel durissimo scontro che segui fra le truppe del Regio Esercito e i canadesi andarono perduti proprio il mezzo del maggiore Villari, fatto prigioniero, ed il semovente del sottotenente Pierino Varricchio, tratto in salvo leggermente ferito, e un altro venne colpito da una bomba a mano gettata al suo interno, con i due uomini d’equipaggio rimasti entrambi feriti e ricoverati presso l’infermeria tedesca.

Ormai resisteva solo un mezzo quello del sottotenente Scapuzzi che dopo aver lottato ininterrottamente dalle prime ore del pomeriggio fino a mezzanotte Scapuzzi cadde di fronte a Casa Ricifari, mentre col busto tutto fuori dalla torretta, finite le munizioni continuò la sua missione, continuando a sparare col mitra finché, non venne colpito al petto mortalmente.

Alle prime luci dell’alba del 22 luglio anche Leonforte era conquistata. Le truppe canadesi per prendere Assoro e Leonforte, ridotte in macerie, ebbero ben 56 caduti e 105 feriti! I soli due semoventi sopravvissuti della 3° compagnia, preso contatto con l’Aosta a Nicosia, sarebbero stati mandati a Sant’Agata di Militello e da qui al comando del XVI° CA a Castanea delle Furie (ME).

Concludendo il nostro post, il corpo del giovane ufficiale venne temporaneamente sepolto in una campagna di contrada Sant’Elena nelle vicinanze del luogo in cui è stato ucciso, insieme a quattro soldati tedeschi trucidati nonostante avessero alzato bandiera bianca. In seguito venne inumato nel cimitero di Leonforte nella collina riservata ai Caduti in guerra, qui riposò fino al 1948,  quando i suoi genitori ne riportarono la salma a Fiorenzuola dove tuttora riposa nella cappella di famiglia.

Grazie per aver letto il nostro post e con la speranza che vogliate continuare a seguirci anche in futuro Vi salutiamo e diamo appuntamento al prossimo.

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