L’importanza strategica di Malta posta al centro del “mare nostrum” era chiara agli Stati Maggiori Alleati sia a quelli dell’Asse sin dall’inizio della seconda guerra mondiale e con il passare dei mesi, la sua funzione di ostacolo ai rifornimenti alle truppe prima italiane poi italo-tedesche che si battevano in Africa settentrionale, apparve sempre più importante. Si cercò di fiaccare l’isola con intensi bombardamenti della Regia Aeronautica, coadiuvati a periodi dalla Luftwaffe tedesca e da alcune incursione nei porti della stessa dai reparti della X MAS.
L’isola però veniva periodicamente rifornita dalla Royal Navy che provvedeva anche grazie all’impiego delle portaerei a rinforzare la componente aerea a difesa delle isole maltesi. Ricordiamo che l’arcipelago è composto da tre isole principali e da molte minori, la maggior parte delle quali disabitate. Era quindi necessario studiare e attuare al più presto l’invasione e l’occupazione di Malta per ridurla al silenzio e impiegarla in funzione antri britannica.
Nacque così l’“operazione C3” il piano di invasione che prevedeva l’impiego di ingenti forze, oltre 62 mila uomini divisi in 60 battaglioni di cui 51 italiani e 9 tedeschi e predisposta la F.N.S. Forza Navale Speciale composta da un raggruppamento speciale di Camicie Nere da sbarco su 4 battaglioni, XLII “Vicenza”, XLIII “Belluno”, L “Treviso”, LX “Pola”, agli ordini del Luogotenente Generale Santi Quasimodo dalla 1ª divisione paracadutisti tedesca di Kurt Student.
A seguito della fine dell’assedio di Tobruch che venne conquistata dalle truppe dell’Asse di 21 giugno del 1942, le truppe italo tedesche oltre a circa 33 mila prigionieri catturarono anche un ingente bottino, come mai era successo in materiali militari e vettovagliamento e si misero subito all’inseguimento delle truppe britanniche in fuga verso l’Egitto. A quel punto secondo quanto concordato fra gli Stati Maggiori italiano e germanico doveva scattare l’invasione di Malta ma Rommel comandante delle forze tedesche in Africa non era d’accordo e convinse Hitler a continuare l’inseguimento.
Il Fuhrer scrisse allora una lettera a Mussolini, a cui spettava la decisione finale che così recitava:
Il destino, Duce, ci ha offerto un’occasione che non si ripeterà due volte nello stesso teatro di guerra… L’8ª armata inglese è stata praticamente distrutta, le installazioni del porto di Tobruk sono pressoché intatte. Se in questo momento i resti dell’8ª armata non venissero inseguiti senza un attimo di tregua accadrebbe ciò che capitò agli inglesi quando si fermarono quasi alle porte di Tripoli per inviare rinforzi in Grecia. Questa volta l’Egitto può, a certe condizioni, essere strappato all’ Inghilterra… Il mio consiglio è questo: ordinate il proseguimento delle operazioni fino al completo annientamento delle truppe britanniche… La dea della fortuna in battaglia passa accanto ai condottieri una sola volta: chi non l’afferra in quel momento non può più raggiungerla”.
Forse la frase “La dea della fortuna in battaglia passa accanto ai condottieri una sola volta” convinse il Duce a cambiare idea e sposare le tesi di Rommel e Hitler, non condivise invece dal comandante tedesco del Mediterraneo, il Feldmaresciallo della Luftwaffe Albert Kesserling, da cui Rommel dipendeva. La sera del 23 giugno 1942 il Comando Supremo Italiano comunicava al generale Ettore Bastico comandante superiore delle Forze Armate in Africa settentrionale il seguente messaggio:
“Il Duce concorda di massima con il concetto di procedere nello sfruttamento a fondo del successo”.
Chi fosse interessato può leggere il post completo dedicato all’operazione C£ e soprattutto alla decisione di rimandare la stessa al seguente link:
La dea della fortuna in battaglia passa accanto ai condottieri una sola volta…
Malta per il momento era salva ma il piano non era annullato ma solo rimandato e anzi proseguirono gli studi e a questo punto si arriva finalmente al nocciolo del nostro post odierno dedicato ai Vigili del Fuoco e al loro ruolo nel progetto dell’invasione di Malta. Fin da subito ci si era resi conto che la difficoltà maggiore per uno sbarco su Malta era rappresentata dalle alte coste dell’isola. Per superare queste scomode scogliere, lo Stato Maggiore italiano pensò di montare le volate delle autoscale dei pompieri lunghe anche 30 metri su dei zatteroni, e quindi farvi passare le truppe. D’altronde era la stessa cose che avevano fatto anche i romani ai loro tempi nei combattimenti navali.
Dopo aver dato il via alla requisizione delle autoscale da parte delle forze armate, lo Stato Maggiore vista la particolarità dell’operazione ebbe l’idea di costituire un battaglione composto da esperti Vigili del Fuoco che avendo pratica nell’utilizzo delle autoscale avrebbero reso le operazioni sicuramente più facili del previsto. Il 26 Agosto 1942 venne emanato il bando di reclutamento in cui chiaramente per ovvie ragioni di sicurezza non si parlava di Malta.
I volontari che accorsero furono molti di più di quelli previsti e che effettivamente servivano, tanto che fu necessario effettuare una selezione più rigida del previsto per poter impiegare solamente gli uomini necessari. Il comando del reparto fu dato all’Ing. Osvaldo Piermarini, che nel dopoguerra sarà Comandante delle Scuole Centrali Antincendi.
Il personale selezionato venne radunato presso la stazione Termini e il 5 ottobre 1942 raggiunse Anzio dove furono vestiti e accampati alla Scuole Centrali Antincendi. Nell’ambito della sopra citata Forza Navale Speciale costituiita da 60 battaglioni come abbiamo ricordato sopra, fu creato il battaglione da sbarco “Santa Barbara” (motto Vigiles victoriam anhelantes) composto da volontari dei vigili del fuoco che formarono tre Compagnie da sbarco e una Speciale.
Venne loro fornita un’adeguata divisa militare, si prescrisse l’uniforme modello 40 da Vigile per tutti, ufficiali compresi. La stessa prevedeva il basco del modello già usato dalle squadre portuali, buffetterie del Regio Esercito e scudetto da braccio predisposto per l’occasione. Il personale venne addestrato all’utilizzo delle armi da fuoco leggere, nonostante non fosse stato chiesto loro direttamente di partecipare alle operazioni d’assalto, tuttavia si riteneva altamente probabile la necessità di doversi difendere dal fuoco nemico.
Naturalmente l’attività principale era rivolta all’istruzione riguardante l’utilizzo delle autoscale nell’invasione dell’isola di Malta. Le stesse vennero fatte montare sulle motozattere della Regia Marina e l’addestramento vero e proprio venne effettuato lungo le coste alte e rocciose del litorale toscano ritenuto idoneo per alcune similitudini con la zona di sbarco a sud di Malta. Li nei pressi di Livorno quattro battaglioni da sbarco delle Camicie Nere e un reggimento della San Marco perfezionarono l’utilizzo delle autoscale.
Purtroppo l’addestramento fu inutile, l’armata italo-tedesca dopo essere stata inchiodata davanti ad El Alamein, venne travolta dalla controffensiva lanciata dall’ 8ª armata britannica del maresciallo inglese Montgomery che grazie ad un assoluta superiorità in uomini e soprattutto mezzi travolse le posizioni italo-tedesche, costringendo le truppe dell’Asse a cominciare una tragica ritirata nel deserto. A quel punto il progetto per l’invasione di Malta venne completamente abbandonato.
Ai primi di dicembre il Comando del Battaglione trasmise gli attestati da consegnarsi nel corso delle celebrazioni di Santa Barbara (l’unico esemplare noto di questi attestati è in mostra presso i locali del Museo Storico Roma città del fuoco), insieme ad un premio in denaro così quantificato:
Marescialli £ 500 – Brigadieri £ 300 – Vice Brigadieri £ 250 – Vigili Scelti £ 200 – Vigili £ 150
Nel frattempo nelle città italiane aumentarono le incursioni degli aerei alleati, la Direzione Generale dei Servizi Antincendi divise il Battaglione in 5 Centurie di 120 uomini e 3 ufficiali ciascuna, da inviare in rinforzo nelle città più colpite dai bombardamenti. Le autoscale che erano state requisite per la progettata invasione di Malta vennero rimontate sui telai degli autocarri e restituite ai vari corpi. Raggiunte le città d’assegnazione, le Centurie del Battaglione vennero parzialmente rese autonome, sotto il controllo dei comandi locali.
La smobilitazione iniziata a fine Novembre fu ufficializzata il 15 Dicembre: nonostante lo scioglimento, i componenti restarono iscritti nei quadri del Battaglione e continuarono a fregiarsi dello speciale scudetto loro assegnato, perché l’amministrazione si riservava di radunarlo di nuovo qualora si fosse reso necessario. La maggior parte degli ex componenti del Battaglione finì quindi nelle Centurie mobili appositamente create sulle ceneri dello stesso, o tornò presso i Comandi di appartenenza.
La vita del Battaglione Speciale Vigili del Fuoco, meglio conosciuto come Battaglione Santa Barbara, si consumò in un brevissimo ma intenso periodo quindi nel breve ma i suoi componenti furono protagonisti di eroiche imprese di salvataggio e soccorso durante i difficili mesi nel corso dei quali le città italiane furono pesantemente bombardate. Grazie per aver letto con tanta pazienza il nostro post, con la speranza che vogliate continuare a seguirci anche in futuro Vi salutiamo e diamo appuntamento al prossimo.
[…] Il battaglione dei Vigili del Fuoco “Santa Barbara” e l’invasione di Malta […]
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