I cimiteri militari germanici in Italia

Le forze armate germaniche, durante le operazioni in Italia hanno avuto circa 120 mila caduti. Di questi 100.043 sono stati raccolti in quattro cimiteri militari maggiori, che sono a Cassino, Costermano, Passo della Futa e Pomezia. I rimanenti 7.199 sono stati ripartiti in Cimiteri minori già esistenti in quanto raccoglievano i Caduti germanici della Prima Guerra Mondiale: Bolzano, Bressanone, Brunico, Cagliari, Feltre, Merano, Milis (Sardegna), Motta S. Anastasia (Sicilia),Pordoi, Quero.

Dal 1947 il governo italiano e il Volksbund Deutsche Kriegsgräberfürsorge lavorano a stretto contatto per registrare i caduti e le loro tombe. Dopo la costituzione della Repubblica Federale Tedesca, il governo tedesco si prende carico dei finanziamenti del gruppo fino al 22 dicembre 1955 quando, con l’accordo italo-tedesco sulle tombe di guerra, l’allora “Gruppo di lavoro di Rimini” entra a far parte del Servizio di esumazione del Volksbund.

La storia dell’associazione risale alla fine della Grande Guerra e precisamente al 10 settembre 1919, quando otto berlinesi si associarono con lo scopo di mantenere le tombe dei caduti in guerra. Ognuno di loro, come capitale iniziale versò 100 marchi e tra i soci fondatori vi erano: l’architetto Straume Heinrich, che già verso la fine della prima guerra mondiale aveva iniziato la manutenzione delle tombe dei caduti, e Siegfried Emmo Eulen, che nello stesso periodo, venne invitato dalla Polonia e dalla Turchia a costruire e organizzare i cimiteri di guerra.

Logo Ente gestisce cimiteri Germanici.JPG

Il Volksbund Deutsche Kriegsgräberfürsorge viene ufficialmente fondato il 16 dicembre 1919. Il primo presidente fu, fino al 1923, il colonnello Koether. Il 23 agosto 1919, Emmo Eulen scrisse lo statuto di una società internazionale per la manutenzione delle tombe di guerra e fu prescelta Ginevra quale sede dell’associazione, in modo da facilitare la collaborazione con la Società delle Nazioni, ma il progetto non ebbe successo.

Il governo tedesco del tempo non era né politicamente, né economicamente in grado di prendersi cura delle tombe dei soldati caduti al di fuori del Reich, per cui furono lasciati al loro destino, anche se i superstiti e i familiari ritennero tutto ciò inaccettabile. Vennero così fondate in Germania alcune associazioni per la cura delle tombe di guerra all’estero il cui scopo non era solo la manutenzione delle sepolture, ma anche fornire informazioni alle famiglie delle persone scomparse.

La Volksbund attualmente conta circa 228.000 associati ed è responsabile della manutenzione di oltre 2 milioni di tombe di guerra. Finanzia le sue attività soprattutto attraverso i contributi dei membri, ma anche grazie alle donazioni. Il resto proviene da sovvenzioni dei Länder. Per acquisire ulteriori risorse nel 2001 è stata fondata la fondazione “Gedenken und Frieden”. In Austria è presente un’associazione gemella chiamata “Österreichisches Schwarzes Kreuz”.

L’associazione gestisce numerosi cimiteri militari germanici in Italia fra cui alcuni contenenti le spoglie di militari tedeschi caduti durante la prima guerra mondiale. Il presente post tratta solo quelli riguardanti il secondo conflitto mondiale, dedicheremo appena possibile un apposito post al Sacrari militari tedeschi della Grande Guerra.

Il Cimitero Militare Tedesco di Pomezia (Roma) Accoglie 27.420 Caduti, tra cui 3.770 non identificati. Situato sulla strada per Latina nei pressi dell’abitato di Pomezia è stato inaugurato il 6 maggio del 1960 su un area di 10 ettari Risulta divisi in 20 riquadri di tappeto erboso su cui si elevano croci in porfido chiaro. Una stradina rettilinea collega l’edificio d’ingresso al monumento commemorativo. Quest’ultimo, eretto sopra la fossa comune con le spoglie di 770 caduti, è costituito da quattro possenti pilastri in pietra che sorreggono la copertura piana a baldacchino, rivestita nell’intradosso da mosaici.

La maggior parte dei soldati ivi sepolti cadde sui campi di battaglia di Anzio e Nettuno, durante la ritirata tra Cassino e Roma e poi tra Roma e Firenze. Nel 1946 a Pomezia furono traslati i primi 2700 caduti germanici dal cimitero militare americano di Nettuno.
Dal 1948 al 1955, il Volksbund Deutscher Kriegsgräberfürsorge (Associazione per le tombe di guerra tedesche, ente privato sovvenzionato dallo stato tedesco), tumulò ulteriori 10.704 caduti germanici provenienti dai teatri di guerra delle province di Roma, Latina, SalernoAvellinoFrosinoneL’AquilaChieti, Siena e Pistoia.

Cimitero Militare tedesco Pomezia scultura

Con l’accordo stipulato nel 1955 fra l‘Italia e la Repubblica Federale di Germania per la sistemazione definitiva delle salme dei soldati tedeschi caduti in guerra in territorio italiano, lo Stato Italiano forniva gratuitamente e in uso perpetuo, le aree da destinare a cimiteri di guerra e Pomezia fu una delle aree oggetto dell’accordo. All’interno della struttura si trova un gruppo scultoreo, opera dell’artista tedesco Schmoll Eisenwerth, che funge da sostegno centrale della copertura e rappresenta quattro grandi figure di soldati e familiari dolenti.

Il Cimitero Militare Germanico di Cassino in tedesco Deutsche Kriegsgräberstätte Cassino, accoglie 20.076 caduti di cui circa 3.100 non identificati. È situato a quattro chilometri a nord di Cassino presso Caira ed accoglie le salme dei Caduti nei combattimenti a Cassino nel 1943-1944. Venne inaugurato il 4 maggio 1965 secondo l’accordo bilaterale sui cimiteri di guerra, concluso nel dicembre 1955 e fu concepito come un cimitero militare tedesco definitivo per ospitare tutti i soldati tedeschi uccisi in azione nell’Italia meridionale, ad eccezione di quelli caduti in Sicilia, che sono sepolti nel cimitero militare di Catania, per la precisione Motta S. Anastasia.

Cimitero militare Germanico Cassino.jpg

I corpi furono recuperati negli anni 1959 e 1960 dall’Ente germanico che gestisce i cimiteri militari tedeschi in Italia, il Volksbund Deutsche Kriegsgräberfürsorge da oltre 602 piccoli cimiteri e tombe isolate di campagna o lungo le strade sparsi in 21 province del sud Italia. Gli incaricati al recupero delle salme hanno spesso svolto un laborioso lavoro di dettaglio per contribuire all’identificazione dei caduti fino ad allora sconosciuti.

Il maggior numero di soldati tedeschi fu ucciso nelle battaglie dello sbarco a Salerno, nella ritirata lungo la costa adriatica e nella battaglia di Cassino. I corpi sono ordinati in 34 campi disposti su sette ripiani semicircolari. Sul terrazzo dell’ultimo ripiano è stata eretta una grande croce di bronzo. Nella Cappella in pietrame vi è un artistico gruppo in bronzo raffigurante “dolore e conforto”.

Il Cimitero Militare Germanico di Costermano, accoglie le salme di 22.028 caduti di cui 21.930 tedeschi. È stato costruito tra il 1956 ed il 1967, anno nel quale venne aperto a maggio al pubblico ed e situato  in una zona collinare sulla riva orientale del lago di Garda nel comune di Costermano. Risulta adagiato su un dosso collinoso in 15 campi terrazzati ricoperti di erica. Dall’area del parcheggio una scalinata conduce all’atrio commemorativo, dove è stato collocato un monumento in  bronzo che raffigura un adolescente inginocchiato verso le tombe dei soldati.  Sul punto più elevato, dal quale si spazia sul lago di Garda, una croce d’acciaio alta 8 metri.

Il cimitero, accoglie i Caduti durante le operazioni di guerra svoltesi nell’Italia settentrionale, dalla Riviera ligure a Trieste, fra i militari ivi sepolti, vi sono anche 43 ufficiali delle SS e circa 500 fra sottufficiali e militari della stessa formazione, alcuni dei quali responsabili di alcune delle più efferate stragi compiute dai nazisti in Italia, fra essi:

  • Friedrich Schmidkonz, comandante della 3ª Compagnia del battaglione comandato da Walter Reder, parte della 16. SS-Panzergrenadier-Division “Reichsführer-SS” e responsabile delle stragi di Valla, Vinca e Marzabotto
  • Sepp Laubichler, SS-Obersturmführer della Reichssicherheitshauptamt in Italia, a Firenze e Forlì, fu quindi poi assegnato al Sicherheitspolizei Kommando “Andorfer” (comandato dall’Obersturmführer Herbert Andorfer), indicato come responsabile di numerosi crimini di guerra, fra cui l’eccidio di Bassano
  • Helmut König, membro del battaglione di Walter Reder ed implicato nella strage di Marzabotto: fu ferito a Cadotto, dove avvenne la strage di circa 30 civili
  • Alfred Wagner, SS, coinvolto nella strage di Sant’Anna di Stazzema

Tre fra i più efferati criminali nazisti sono collocati a Costermano, tutti e 3 personalità di spicco dell’Aktion T4, il programma nazista di eutanasia che, sotto responsabilità medica, prevedeva la soppressione di persone affette da malattie genetiche inguaribili e da portatori di handicap mentali (ma non fisici, se non per casi gravi), cioè delle cosiddette “vite indegne di essere vissute”.

  • Christian Wirth: partecipante e quindi comandante del programma di sterminio eugenetico “Aktion T4”, primo ideatore delle camere a gas (a monossido di carbonio), comandante del campo di sterminio di Bełżec, riorganizzatore del campo di sterminio di Treblinka, comandante della Risiera di San Sabba (dall’autunno 1943 al maggio 1944), rastrellatore di partigiani ed ebrei a Trieste.
  • Franz Reichleitner: Aktion T4, comandante del Campo di sterminio di Sobibór, rastrellatore di partigiani ed ebrei a Fiume.
  • Gottfried Schwarz: lager di Dachau, Aktion T4, vice comandante del campo di sterminio di Bełżec, comandante del lager di Majdanek, rastrellatore di partigiani ed ebrei nella provincia di Udine.

Il Cimitero Militare Germanico del Passo della Futa è il più grande in assoluto fra quelli che raccolgono le spoglie dei militari tedeschi in Italia, accoglie 30.658 Caduti. Esso sorge fra Firenze Bologna, a 950 metri di altezza, nel comune di Firenzuola e raccoglie le salme dei Caduti nella lunga battaglia che si sviluppò intorno alla Linea Gotica, provenienti da 2.069 comuni italiani.

Cimitero tedesco della Futa

La realizzazione dell’opera, che occupa un area di circa 12 ettari, iniziò nel 1962 per terminare nel ’67 ed il complesso fu inaugurato il 28 giugno 1969. Per il progetto fu scelto l’architetto Dieter Oesterlen, che doveva interpretare nella forma il motto che

“le tombe di guerra incitano alla pace, chiunque voglia collaborare alla diffusione delle idee per la pace è il benvenuto”.

Dallo stretto ingresso un muro in pietra, per una lunghezza di due chilometri, sale a spirale per raggiungere, al culmine della collina, il piazzale d’onore e l’edificio che nasconde la cripta, sormontata dalla simbolica “scheggia”, un triangolo verticale alto una dozzina di metri, simile ad una vela, che si erge verso il cielo. Per le opere si scelse la pietra serena, tipica delle cave situate presso Firenzuola. Le lastre tombali sono di granito, con incisi i nomi dei militari caduti o, quando non si è risaliti al nome, recanti la semplice dicitura “ein unbekannter deutscher Soldat” (un soldato tedesco ignoto).

Cimitero tedesco della Futa le lapidi

Fra quelli cosiddetti minori ricordiamo il Sacrario germanico di Motta Sant’Anastasia,  in provincia di Catania, realizzato nel 1965 su una collina panoramica estesa circa quattro ettari, unico in Sicilia e tra i pochi dell’Italia meridionale. Il cimitero ospita i resti di 4.561 caduti tedeschi. E’ stato riaperto il 29 aprile del 2011 dopo essere stato oggetto di importanti lavori di ristrutturazione riguardanti fondamenta, muri perimetrali, pavimentazioni marmoree ed iscrizioni sepolcrali.

Fra i militari sepolti troviamo vi è anche Luz Long, medaglia d’argento nel salto in lungo che, alle Olimpiadi di Berlino del 1936, dove fu avversario dell’americano Jesse Owens (i due atleti insieme nella foto qui sopra). Grazie per aver letto il nostro post e con la speranza che vogliate continuare a seguirci anche in futuro Vi salutiamo e diamo appuntamento al prossimo.

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