La storia dell’aeroporto di Gorizia e il tremendo bombardamento del 18 marzo 1944

L’aeroporto di Gorizia venne costruito nei primi anni del secolo dagli austriaci e nel 1911, essi decisero di installare una scuola di volo sul grande campo d’esercitazione del 5° cavalleria di Gorizia, in località “Campagna Grande” di S. Andrea, nei pressi della città. Nel 1915 con le prime avvisaglie dell’ ingresso dell’ Italia in guerra, appari’ chiaro quanto vulnerabile fosse il campo di volo perché troppo a ridosso di quella che sarebbe stata la linea del fronte.

Venne deciso che tutto il materiale presente doveva essere smontato e trasferito a Szombathely e dopo la dissoluzione dell’ Austria-Ungheria che seguì la Prima guerra mondiale, Gorizia fu annessa al Regno d’ Italia assieme al resto della Venezia Giulia e naturalmente all’aeroporto. Durante gli anni venti il campo di volo venne intitolato a Egidio Grego, ampliato e sistemato non senza difficolta’ poiché era ancora attraversato da trincee e camminamenti della 1^ Guerra mondiale.

Gorizia, probabilmente nel 1925 piloti e specialisti davanti a un velivolo Ca.46..jpg
Gorizia, probabilmente nel 1925 piloti e specialisti davanti a un velivolo Ca.46.

Il 10 giugno 1940 l’ Italia entra in guerra: personale ed armamenti vengono trasferiti dai campi di manovra di Ronchi dei Legionari, Divaccia e Aidussina che si trovano nel settore d’ impiego dell’ aeroporto, sul campo di Merna per poi essere inviati sul fronte occidentale. Il 25 luglio 1940 viene costituito il primo reparto della specialità Aerosiluranti della Regia Aeronautica che assume la denominazione di “Reparto Sperimentale Aerosilurante” poi modificata in “Reparto Speciale Aerosilurante”.

Il 27 ottobre, quattro S.79 partono da Gorizia alla volta di Grottaglie per costituire la 281^ Squadriglia Autonoma Aerosiluranti. Nel mese di dicembre viene costituita a Gorizia la 279^ Squadriglia Aerosiluranti che, nel gennaio ’41, sara’ trasferita a Catania e in aprile in Egeo.  Chiudono l’ anno le operazioni di siluramento effettuate il 26 dicembre da cinque S.79 del Nucleo Addestramento Siluranti al comando del ten. col.Carlo Unia.

Nel 1941 l’ aeroporto di Gorizia è uno tra i più affollati d’ Italia: vi sono i Macchi M.C. 200 e M.C. 202 del 4° Stormo Caccia, rientrato dall’ Africa e in attesa di trasferimento per le operazioni nel Mediterraneo. Ci sono i Fiat C.R.32, C.R.42, G.50 e i Macchi M.C. 200 della Scuola di Volo Avanzato costituitasi nella primavera dello stesso anno per la specialità caccia e infine i trimotori S.79 e S.M.84 del 1° Nucleo Addestramento Aerosiluranti e ancora altri velivoli in attesa di assegnazione ai Reparti sui vari fronti di guerra.

ll primo aprile 1941 viene costituito il Comando Aviazione Caccia al comando della 2^ Squadra Aerea e dalla quale dipendono il 4° ed il 54° Stormo. All’ inizio delle ostilita’ con la Jugoslavia, la notte del 6 aprile 1941 viene attivata sull’ aeroporto di Gorizia e su quelli di Ronchi ed Alture di Pola, la sezione “Caccia Notturna” ed il servizio d’ allarme dall’ alba al tramonto. Ne fanno parte la 96^ e 97^ Sq. con compiti difensivi su Gorizia, Trieste e Monfalcone, e la 73^ Sq. con compiti offensivi.

Al termine delle operazioni in Jugoslavia, tra il 17 e il 20 aprile tutto il 9° Gruppo rientra a Gorizia mentre il 10° rimane a Ronchi. Il 1° maggio viene sciolta la Sezione Caccia Notturna che versa i suoi C.R. 42 al 2° Stormo. Il 7 giugno giunge al 10°Gruppo del 4° Stormo l’ ordine di partenza per la Sicilia seguito pochi mesi dopo da quello per il 9° Gruppo con la stessa destinazione.

S.M.82 Marsupiale della 606^ Squadriglia, CXLVIII Gruppo Trasporti
S.M.82 Marsupiale della 606^ Squadriglia, CXLVIII Gruppo Trasporti

Un mese dopo, il 6° Stormo viene rimpatriato con tutti i velivoli fuori uso e il personale del 2° Gruppo viene rischierato a Gorizia per il passaggio sul nuovo velivolo in via di assegnazione, il Reggiane Re.2001. La consegna dei velivoli viene completata nel febbraio 1942, dopodiche’ il Gruppo viene trasferito prima in Sicilia e poi a Pantelleria per le operazioni sul Mediterraneo.

Nel 1942, sull’ aeroporto di Gorizia opera, con velivoli S.M.82 “Marsupiale”, la 603^ Squadriglia del 146° Gruppo Trasporti, impegnata in Croazia in operazioni di rifornimento alle truppe italiane. Con foglio d’Ordini n.10 del 5 aprile 1942 – XX, l’aeroporto di Gorizia assume sotto la data del 20 marzo il nome di Amedeo di Savoia Duca d’Aosta.

All ‘inizio del 1943, nell’ hangar Gleiwitz della Ricognizione Aerea, si insedia la S.R.A.M. (Sezione Riparazione Aeromobili Motori) con un centinaio di persone tra operai e impiegati amministrativi coordinati da personale militare. Si arriva così ai tragici giorni dell’armistizio dell’8 settembre 1943 e il 12, dopo aver annientato in un cruento conflitto a fuoco la resistenza dei partigiani assereragliati alla stazione ferroviaria e rastrellato la zona dello scalo e delle caserme, nel tardo pomeriggio i tedeschi occupano l’ aeroporto.

I militari italiani vengono portati alla caserma “Aosta” (oggi “Montesanto”) di via Trieste per definirne la sorte. I due ufficiali dell’ Aeronautica, dopo aver sottoscritto un “atto di lealta’ ” vengono reintegrati e nominati rispettivamente comandante (s.ten. Ferdinando Piccolo) e vicecomandante (s.ten. Luigi Della Rovere) dell’ aeroporto, incarichi che manterranno per pochi mesi fino alla nascita della Repubblica Sociale Italiana.

A meta’ settembre viene attivato dai tedeschi il “Comando Prima Compagnia Aeronautica Italiana-Aeroporto di Gorizia” per gestire la presentazione del personale ex R.A. sbandato, le liste della leva aeronautica e le strutture aeroportuali. In aeroporto si insedia il “Gebirgspionierbataillon 83” della Wehrmacht che vi restera’ fino al suo trasferimento a Villa Opicina nel novembre 1943.

Il 18 settembre 1943 atterra a Gorizia-Merna uno Junkers Ju.52 con un primo gruppo di piloti italiani del G.T.V. (Gruppo Trasporti Velivoli), Reparto costituito ad Aviano il giorno 15 settembre 1943 con personale che, rifiutando la capitolazione si e’ volontariamente messo a disposizione della Luftwaffe con il compito di salvaguardare e recuperare il materiale di volo disseminato sui vari campi di volo del centro – nord Italia.

Il 26 settembre 1943 il campo di Gorizia inizia ad operare come aeroporto di raccolta del G.T.V. per i velivoli italiani destinati al trasferimento in Germania (con insegne Luftwaffe). Sull’ aeroporto i tedeschi, che utilizzano la manodopera italiana (TODT), predispongono una serie di infrastrutture protettive allo scopo di riparare i propri aerei dalle incursioni nemiche costruendo piste di decentramento affiancate da piazzole protette da terrapieni a forma di U.

Il 5 novembre 1943 inizia lo schieramento sull’ aeroporto dei Savoia Marchetti S.79  del 1º Gruppo Autonomo Aerosiluranti intitolato al maggiore pilota M.O. Carlo Emanuele Buscaglia, il piu’ valoroso degli aerosiluratori italiani ritenuto morto durante una missione nel novembre ’42. Con enormi sforzi il Gruppo posto al comando del capitano Carlo Faggioni, un asso di quella specialita riesce ad ottenere un’ elevata efficienza operativa con un organico ampliato e aerei di nuova costruzione: fino ad una trentina di velivoli ripartiti in tre Squadriglie.

Il successivo 23 novembre 1943 nasce ufficialmente l’ A.N.R. Aeronautica Nazionale Repubblicana, Gorizia e la sua provincia pur trovandosi in territorio soggetto alla potesta’ dell’ Alto Commissario della Zona di Operazioni Litorale Adriatico, in cui e’ estromesso ogni potere civile e militare della Repubblica Sociale Italiana, le autorita’ tedesche consegnano alla stessa l’ intero aeroporto Gorizia – Merna, mentre a Lonate Pozzolo fu istituito un campo addestramento.

Il 9 febbraio 1944 nella ricorrenza della Repubblica Romana (1849), prestano solenne giuramento collettivo tutto il personale dell’ Aeronautica Nazionale Repubblicana. Ai primi di marzo 1944 per la sicurezza dell’ aeroporto, viene schierato un “Nucleo Paracadutisti di Protezione” dell’ A.N.R. con il compito di affiancare alcuni militari del 4° Reggimento M.D.T. (Milizia Difesa Territoriale) “Gorizia” nella difesa contraerea, contro attacchi di truppe aviotrasportate e nella sorveglianza antisabotaggi.

La prima azione bellica compiuta dal reparto il 10 marzo 1944, partì dall’aeroporto di Gorizia. Quel giorno sei velivoli al comando di Carlo Faggioni  attaccarono le unità navali alleate nella zona di Anzio e Nettuno nel tentativo si contrastare lo sbarco. Gli aerosiluranti di Faggioni riuscirono a silurare un piroscafo avversario, rinnovando l’attacco nella stessa notte danneggiando un piroscafo, un cacciatorpediniere e alcuni natanti minori.

Per questa azione Faggioni fu decorato con la Croce di Ferro tedesca di I classe. Il 14 marzo l’attacco fu ripetuto ed ottenne solo il probabile danneggiamento di due navi nemiche. Il Comando alleato, preoccupato per l’incursione degli aerosiluranti, dispose per il 18 marzo il bombardamento a tappeto del campo di Gorizia.

Quel giorno un susseguirsi di bombardieri alleati, calarono ad ondate spianò l’aeroporto. Fu un bombardamento spietato, consumato in modo crudele e attuato con una precisione paurosa. Gli aerei nemici non si fermarono solo sui bersagli militari o sulle strutture dell’aeroporto, colpirono, con inumana ferocia, tutto quel che capitò loro a tiro. Hangar, costruzioni militari, baraccamenti della sussistenza, aerei al suolo e nei capannoni officina, tutto distrutto a cui fece seguito un fitto mitragliamento verso le figure in movimento.

Le fortezze volanti virarono lentamente, tornando sulla scena dell’inferno, non paghi del macello, puntarono sulla città scaricando gli ultimi carichi di morte e sgranando, senza tregua, il terreno e le case, massacrando una popolazione inerme, formata, per lo più, da vecchi, donne e bambini.Fu una serie ininterrotta di passaggi con lancio di grappoli di bombe d’ogni genere che cambiò totalmente la topografia locale.

Riguardo al gruppo aerosiluranti dell’A.N.R. ben poco si salvò dal terribile bombardamento. Solo quattro SM79 risultavano efficienti, altri da rattoppare, diversi ormai completamente inutilizzabili. Carlo Faggioni non si perse d’animo, ordinò al personale scampato al terribile bombardamento di trasferire le poche macchine ancora efficienti a Lonate Pozzolo, sede del campo di addestramento della squadriglia Buscaglia. Pochi giorni dopo e precisamente il 6 aprile il Gruppo tornava all’attacco nella zona di Anzio.

Grazie per aver letto con tanta pazienza il nostro post e con la speranza che vogliate continuare a seguirci anche in futuro Vi salutiamo e diamo appuntamento al prossimo.

Un pensiero riguardo “La storia dell’aeroporto di Gorizia e il tremendo bombardamento del 18 marzo 1944

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.