Oreste Salomone, a seguito dell’eroico gesto compiuto ieri, è il primo aviatore italiano ad essere decorato con la Medaglia d’oro al Valor Militare. La medaglia gli è stata conferita da Sua Maestà Re Vittorio Emanuele III “motu proprio” con la seguente motivazione:
“Ferito al capo in una lotta aerea, benché il sangue gli offuscasse la vista e il corpo inerte d’uno dei suoi compagni uccisi gli rendesse difficile il governo del velivolo, rifiutava sdegnosamente di arrendersi alle intimazioni degli aviatori nemici e proseguiva, imperterrito, la lotta, mentre le pallottole di mitragliatrice dell’aeroplano avversario gli grandinavano attorno. Col motore funzionante irregolarmente, manovrando a bassa quota in mezzo alle raffiche di artiglierie antiaeree nemiche, riusciva a discendere in uno dei nostri campi, ove, con sentimento elevatissimo di cameratismo e con profonda coscienza del dovere, si occupava dei compagni e delle bombe inesplose, ancora sospese all’apparecchio.”
— Ajdussina, 18 febbraio 1916.
Nato a Capua il 20 settembre 1879, si era arruolato come volontario nel Regio Esercito nel settembre del 1897 ed assegnato al 76° Reggimento di fanteria. Qui decide di continuare la carriera militare riuscendo ad entrare nell’Accademia di Modena il 31 ottobre 1902. Termina la sua formazione nel settembre 1904 col grado di sotto tenente.
Allo scoppio della guerra italo-turca chiede di entrare come osservatore preso il nucleo aeronautico di Tripoli. Nell’agosto del 1912 rientra in Italia, consegue il brevetto di pilota a novembre dello stesso anno e l’anno successivo ottiene il brevetto di pilota militare prestando servizio a Tobruk e partecipando attivamente alle fasi finali della guerra.
Al termine del conflitto è inviato in Francia per esaminare nuovi aeroplani ed è poi insignito del titolo di Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia. Nel 1915 è promosso a Capitano ed entra in servizio il 31 marzo presso il Battaglione Squadriglie Aviatori. Al momento dell’ingresso del Regno d’Italia nella grande guerra, viene assegnato, dapprima alla 8ª Squadriglia da ricognizione e combattimento di Aviano dotata di caccia Macchi-Nieuport Ni.10, di cui fece parte, tra gli altri, anche il futuro asso Francesco Baracca, ed il 1º settembre è distaccato alla 1ª Sezione Nieuport per la 2ª Squadriglia da ricognizione e combattimento.
Ottenuta l’abilitazione al volo sul Caproni Ca.33 venne destinato, verrà destinato, su domanda, all’aviazione da bombardamento passando alla 1ª Squadriglia di stanza alla Comina, vicino a Pordenone. Il 18 febbraio 1916 prese parte alla rappresaglia dell’aviazione italiana sul Quartier generale austroungarico di Lubiana in risposta al bombardamento di Milano eseguito dalla forza aerea nemica qualche giorno prima. Per l’incursione furono approntati 10 trimotori Caproni Ca3, armati con differenti combinazioni di ordigni che decollarono dai campi di Aviano e della Comina.
Nel corso dell’azione il velivolo Caproni Ca.33 Aquila Romana pilotato dai capitani Luigi Bailo, comandante di squadriglia, ed Oreste Salomone che imbarcava come osservatore il comandante del Gruppo, il tenente colonnello Alfredo Barbieri, attirò su di sé la caccia nemica per permettere agli altri aerei che avevano raggiunto l’obiettivo di portare a termine la missione. Durante il combattimento vennero uccisi tutti i suoi compagni, ed egli, seppur gravemente ferito, riuscì a ripassare le linee con il mezzo gravemente danneggiato, ed ancora carico di bombe, fatto oggetto del continuo fuoco avversario.
Per tale azione Sua Maestà il Re Vittorio Emanuele III gli conferì motu proprio la prima Medaglia d’oro al valor militare per fatti d’arme aeronautici. Riguardo all’azione in cui Salomone trovò la morte, cinque velivoli arrivarono sull’obiettivo per sganciare 36 ordigni, caduti in parte sulla stazione ferroviaria e in parte sulla città, peraltro parzialmente nascosta da uno strato di nebbia che impedì agli equipaggi di accertare i risultati della loro azione.
Tornando al protagonista del nostro post. Salomone il 19 aprile 1916, venne nominato comandante della 1ª Squadriglia e con essa prenderà parte sul finire del 1916 ai bombardamenti su Trieste e Pola ma sarà poi costretto dall’aggravarsi delle sue condizioni di salute ad accettare, in data 8 novembre, un comando presso il Battaglione Aviatori di Torino.
Dopo la battaglia di Caporetto otterrà, dietro sua domanda, di esser inviato nuovamente al fronte venendo in breve nominato comandante del XIV Gruppo di Padova. Promosso maggiore per meriti eccezionali il 17 gennaio 1918, troverà poco tempo dopo la morte, la sera del 2 febbraio. Al rientro da una missione di bombardamento notturno su Levico e Caldonazzo, mentre stava per atterrare sul campo d’aviazione di Padova, a causa della nebbia sbagliò la manovra e si schiantò contro una casa nella frazione di Brusegana.
Con lui perirono nell’incidente il tenente osservatore Mariano D’Ayala Godoy e il sergente pilota Antonio Porta. Il quarto membro dell’equipaggio del velivolo appartenente alla 10ª Squadriglia da bombardamento “Caproni” il sergente mitragliere Silvio Piovesan rimase illeso. Durante la cerimonia funebre Gabriele D’Annunzio volle pronunciare l’elogio funebre:
”Con la sua vita restò mozzo la cima di un bel albero, accendetegli ogni anno un fuoco sul Volture”.
Dopo 15 anni dalla morte dell’eroe, esattamente il 27 luglio 1933, fu inaugurato nell’aeroporto di Capua a lui intitolato, un suo monumento opera dello scultore Cifariello, che si ispiro’ al disegno di Achile Beltrame pubblicato sulla Domenica del Corriere del 5-12 marzo 1916, alla presenza del principe Umberto di Savoia e della moglie Maria Josè. A Salomone sono intitolate numero vie in molte citta’ italiane.