29 gennaio 1941, muore il dittatore ellenico Ioànnis Metaxàs 

Il 29 gennaio del 1941, moriva ad Atene il generale e dittatore greco Ioànnis Metaxàs. In quei giorni le sue truppe erano impegnate in territorio albanese contro le forze armate italiane che avevano invaso la Grecia il 28 ottobre dell’anno precedente, ma dopo i primi giorni di avanzata avevano subito la controffensiva ellenica ed erano riuscite ad occupare la parte meridionale dell’Albania italiana.

Nato ad Itaca nell’agosto del 1871, Metaxas intraprese la carriera militare combattendo la prima volta col grado di ufficiale nel 1897 contro l’esercito turco nella campagna di Tessaglia. Dopo aver seguito gli studi in Germania, fece ritorno in Grecia e entrò nel comando generale e prese parte al processo di rimodernamento dell’esercito greco prima delle Guerre Balcaniche (1912-1913), alle quali partecipò attivamente.

Il dittatore greco Ioannis Metaxas.jpg

Nel 1913 venne nominato Capo del Comando Generale e promosso Generale. Fervente monarchico, diede il proprio supporto a Costantino I e si oppose all’entrata della Grecia nella Prima guerra mondiale. Eleutherios Venizelos, il primo ministro, si dimise al rifiuto di Metaxas di dare il suo aiuto nella fallimentare campagna dei Dardanelli e usò la guerra come questione principale durante le elezioni.

Quando Venizelos vinse le elezioni del marzo 1915, Metaxas mobilitò l’esercito ma fu licenziato dal re. Nel giugno 1917, con il supporto degli Alleati e 60.000 soldati cretesi, il re venne deposto e Venizelos salì al potere, dichiarando la guerra il 29 giugno 1917. Metaxas seguì il re in esilio, dove rimase fino al 1920. Quando la monarchia venne abolita nel 1922 Metaxas prese la via dell’esilo ed entrò in politica fondando, l’anno successivo il Partito dei Liberi Pensatori.

Dopo un plebiscito Giorgio II, figlio di Costantino I, tornò a riprendersi il trono nel 1935. Le elezioni del 1936 si fermarono in una situazione di stallo, a quel punto il sovrano preoccupato dal Partito Comunista di Grecia (KKE) e temendo un colpo di stato, nominò Metaxas, in quel momento ministro della difesa, primo ministro ad interim, nomina in seguito confermata dal parlamento greco.

I diffusi tumulti di maggio nelle industrie permisero a Metaxas di dichiarare lo stato d’emergenza. Egli sospese il parlamento a tempo indefinito e abrogò vari articoli della costituzione. Il 4 agosto 1936 Metaxas divenne dittatore della Grecia, prese per sé i principali dicasteri e cominciò a plasmare il proprio regime sulla base degli altri governi autoritari dell’epoca, principalmente sul regime fascista di Mussolini.

Nel luglio 1938 si fece nominare capo del governo a vita rafforzando il suo regime totalitario proibendo l’esistenza dei partiti politici, facendo arrestare gli esponenti comunisti, vietando gli scioperi e introducendo una severa censura. Il suo governo promosse varie misure popolari, come la giornata lavorativa di 8 ore e altri miglioramenti alle condizioni dei lavoratori, stabilendo il fondo sociale di sicurezza greco, ancora oggi l’istituzione di sicurezza sociale più grande in Grecia e migliorò le difese del paese.

Nelle aree rurali i prezzi agricoli vennero alzati e i debiti delle fattorie vennero rilevati dal governo. Nonostante questi sforzi il popolo greco generalmente si muoveva politicamente verso sinistra, ma senza opporsi attivamente a Metaxas anche a causa della sua politica sociale. Pur ispirandosi a Mussolini, vedeva le mire espansionistiche del dittatore italiano come una minaccia per l’indipendenza della Grecia, pertanto in politica estera, egli era chiaramente filo-inglese.

Il 28 ottobre del 1940, il governo italiano presentò un ultimatum al paese ellenico in cui venivano richiesti diritti d’occupazione di alcuni siti strategici in terra greca, a cui Metaxàs rispose:

“Alors, c’est la guerre”

L’Italia invase la Grecia dall’Albania il 28 ottobre e da quel momento il sentimento popolare greco venne sintetizzato in una sola parola “okhi”, cioè “no” in greco. Grazie alla preparazione e ad una buona difesa, i Greci furono capaci di contrattaccare rapidamente, costringendo l’esercito italiano a riparare in Albania e addirittura occuparono la parte meridionale del paese, allora sotto controllo italiano.

Mappa campagna di Grecia.pngCome scritto a inizio post, Ioannis Metaxas morì il 29 gennaio 1941 di setticemia, prima della fine della guerra e senza poter vedere e contrastare l’intervento risolutore dell’esercito tedesco in aprile.

All’epoca si pensò che fosse stato avvelenato dagli inglesi. Alexandros Korizis prese il suo posto e la guerra si concluse con la vittoria italo tedesca sancita dai trattati di pace di fine aprile 1941 e la conseguente spartizione del territorio ellenico fra le potenze dell’Asse. Gran parte del territorio ellenico venne assegnato all’Italia che lo occupò fino al momento dell’armistizio dell’ 8 settembre del 1943.

Da ricordare infine che nel 1935, Metaxàs aveva promosso il progetto di una linea difensiva al confine con la Bulgaria, lavori cominciati nel 1936. La guerra con l’Italia impedì il completamento dei lavori che si fermarono a Komotini in Tracia, dopo 155 chilometri di estensione.

Quando i tedeschi lanciarono l’operazione “Marita”, il piano originale il piano prevedeva di puntare contro la linea Metaxas e verso Salonico invadendo la Macedonia, venne invece deciso di attaccare passando dalla Bulgaria tagliando lo schieramento greco in due parti.

I soldati a difesa della linea resistettero anche oltre alla caduta dell’esercito greco, rimanendo a combattere fino al 23 aprile, quando i soldati tedeschi della 5ª divisione da montagna arrivarono ad usare i gas lacrimogeni, facendo uscire dalle loro posizioni i soldati greci. I tedeschi apprezzarono tanto i soldati greci, che non ne fecero prigionieri, anzi li lasciarono andare via senza armi ma con le loro bandiere di guerra.

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