Di origine abruzzese, Gabriele Berardi nacque a Sant’Angelo dei Lombardi di Avellino il 17 marzo 1861 e compì i suoi primi studi a Chieti, dove risiedeva la famiglia. Tredicenne entrò nel Collegio Militare della Nunziatella di Napoli (corso 1875) e passò, nel 1878, alla Scuola Militare di Modena dalla quale uscì nel luglio 1880 sottotenente di fanteria, assegnato al 2° reggimento della brigata Re.
Promosso tenente due anni dopo, quindi dopo la promozione a capitano venne trasferito al 12° reggimento. Dal maggio 1892 al novembre 1893 prestò servizio presso il comando della divisione militare di Chieti e, fino all’aprile 1903, nel 66° reggimento Valtellina. Nel 1894 fu decorato di medaglia di bronzo al v. m. per avere coraggiosamente disarmato ed arrestato un pericoloso individuo. Promosso maggiore fu trasferito al 10° Regina; poi, da tenente colonnello passò, al 56° reggimento della brigata Marche, di cui assunse il comando con la promozione a colonnello dal febbraio 1914.
Alla dichiarazione di guerra all’Austria, il 24 maggio 1915, dalla zona di radunata prese posizione col reggimento in Valle Ansiei, nell’alto Cadore. Partecipò alla quinta battaglia dell’Isonzo (1915), che vide come teatro il Monte Nero, conquistato il 16 giugno 1915 dagli alpini del IV Corpo d’armata, il monte Cappuccio ed il monte San Michele. Promosso maggiore generale il 18 agosto dello stesso anno, assunse il comando della brigata Sassari ed il 6 novembre quello del settore di attacco, situato ad est di Castelnuovo.
Per chi fosse interessato ad approfondire le vicende di una delle brigate più gloriose del Regio Esercito, Italiani in Guerra ha dedicato ai “Dimonios” della Brigata Sassari i cui due reggimenti, il 151° ed il 152°, furono entrambi decorati della prima medaglia d’oro al v. m. abbiamo dedicato un seguitissimo post che potete trovare.
Nei giorni dal 10 al 15 novembre del 1915 si svolsero ferocissimi combattimenti fra il Regio Esercito e le truppe imperiali austro-ungariche, durante l’attacco che il generale Berardi condusse con i reggimenti della brigata alla munitissime trincee delle Frasche ed a quella dei Razzi, formidabilmente protette da più ordini di reticolati, riuscendo a conquistarle.

La Brigata Sassari era schierata come estrema propaggine sinistra del 13º Corpo d’armata, l’attacco ai trinceramenti delle “Frasche” ebbe inizio il 10 con condizioni atmosferiche sfavorevoli e sotto il continuo bombardamento austriaco. I primi assalti si infransero sugli sbarramenti dei reticolati difesi da nidi di mitragliatrici con ingenti perdite. L’impresa sembrava impossibile.
Nel pomeriggio del 13 novembre, preceduto da un intenso bombardamento di preparazione e dopo aver creato dei varchi nei reticolati di filospinato, il 151º Reggimento – rinforzato dal 3° battaglione del 152° – lanciò un decisivo assalto alla baionetta, riuscendo ad occupare i trinceramenti.
A nulla valsero i ripetuti tentativi di riconquistarle le posizioni da parte degli austro-ungarici. I “Dimonios” del generale Berardi tennero le posizioni nonostante il fuoco delle artiglierie imperiali che bombardavano le posizioni italiane d’infilata. All’alba del giorno dopo fu la trincea dei “Razzi” ad essere conquistata dal 152º Reggimento.
Con l’arrivo in linea di due battaglioni della Brigata Macerata e poi con due della Brigata Cremona il 17 novembre la “Sassari” lasciò il fronte per un breve riposo lontano dalla prima linea. Il 14 novembre il Comando Supremo – nel Bollettino di guerra – menzionava la conquista dei trinceramenti delle “Frasche” da parte della “Sassari”; la citazione si ripeteva anche il giorno dopo citando nel bollettino la caduta della trincea dei “Razzi”:
«In valle di Ledro l’avversario, dopo la intensa preparazione di fuoco di artiglieria segnalata nel bollettino di ieri, attaccò insistentemente le nostre posizioni a settentrione della Conca di Bezzecca. Gli attacchi, respinti il giorno 13, si rinnovarono il 14 con maggiore violenza, ma furono parimenti ributtati. Sul Carso è continuata ieri l’azione. Per tutto il giorno l’artiglieria nemica concentrò violento ed interrotto fuoco di pezzi di ogni calibro sul trinceramento delle Frasche, a fine di snidare le nostre fanterie. Gl’intrepidi Sardi della Brigata Sassari resistettero però saldamente sulle conquistate posizioni e con ammirevole slancio espugnarono altro vicino importante trinceramento detto dei Razzi. Fecero al nemico 278 prigionieri dei quali 11 ufficiali.»
(Generale Luigi Cadorna, Bollettino di guerra n 173 del 15 novembre 1915, ore 18:00)
L’impresa delle “Frasche” e dei “Razzi” fu menzionata nella prima medaglia d’oro alla bandiera assegnata a ciascun reggimento della “Sassari” (Bollettino Ufficiale 12 agosto 1916, disp. 66).
Il successivo 15 dicembre, nell’imminenza di una nuova azione, mentre compiva una ricognizione allo scopo di rendersi conto personalmente della consistenza delle posizioni nemiche, il generale Berardi cadde, gravemente colpito da una scheggia di granata austriaca e, trasportato a Villesse, nell’ospedaletto da campo n. 89, spirò nella stessa giornata, fiero di dare la sua vita per la Patria.

Dice la motivazione della medaglia d’oro al valoror militare concessagli con d. l. del 15 marzo 1917:
Intrepido condottiero di una brigata di prodi, espugnatore di posizioni fortemente difese, instancabile animatore di fede, affermò col suo sangue il proprio valore, mentre nuovi ardimenti stava meditando.
– Altipiano Carsico, l O– 14 novembre e 15 dicembre 1915.
Al generale Berardi sono state dedicate due caserme, nelle città di Avellino e Chieti. La caserma di Colle Minerva a Chieti, i cui lavori di costruzione sono iniziati nel 1915, è stata intitolata a Berardi nel 1923; essa è sede del 123º Reggimento Fanteria Chieti. Ad esso è altresì dedicata l’omonima caserma sita in viale Italia ad Avellino, oggi sede del 232º Reggimento Trasmissioni.