Nei primi mesi del 1942 gli attacchi dei sottomarini tedeschi ed italiani nei pressi delle coste brasiliane provocarono l’affondamento di molte navi. Il 14 febbraio fu affondata la prima nave brasiliana, la Cabedelo, con la morte di 54 marinai. Seguirono altri 24 affondamenti sempre nel corso di quell’anno. Il periodo più nero della storia della Marina mercantile brasiliana fu l’agosto del 1942. Tra il 15 e il 19 i siluri italo-tedeschi colarono a picco ben 6 navi tra le quali la Baependi, la Anibal Benevolo e la Araraquara.
Su pressione dell’opinione pubblica il 22 agosto 1942 il Brasile dichiarò guerra alla Germania nazista e all’Italia fascista, e pochi giorni dopo e precisamente il 5 settembre 1942, il presidente statunitense Roosevelt aveva approvato l’operazione “Torch”, lo sbarco nelle zone del nord Africa sotto la giurisdizione del governo della Francia di Vichy. L’8 novembre avvenne lo sbarco angloamericano e di conseguenza in breve si ridussero gli attacchi da parte dei sommergibili dell’Asse e Rio dovette mutare la propria posizione chiedendo di poter partecipare attivamente al conflitto.
Nel 1943, alcuni ufficiali dell’Esercito brasiliano partirono alla volta degli Stati Uniti dove seguirono, presso le scuole militari di Fort Knox, Fort Benning e Fort Leavenworth, corsi speciali di scuola di guerra. Ma il problema più grave che dovette affrontare l’esercito brasiliano fu quello della formazione dell’intera gerarchia militare. Oltre a questo aspetto cresceva anche l’opposizione alla creazione di un corpo di spedizione brasiliano da inviare a combattere e morire in Europa
Dwight Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate nell’Africa del Nord, e Mark Clark, comandante della 5ª armata degli Stati Uniti, erano profondamente convinti dell’inutilità di inviare truppe impreparate ad affrontare una guerra che non conoscevano. Le presunte obiezioni alla partecipazione del Brasile alla guerra, scomparirono improvvisamente quando giunse la notizia che il fronte italiano avrebbe perso sette divisioni alleate, che dovevano essere trasferite all’Operazione “Anvil” lo sbarco Alleato nella Francia del Sud, prevista per il successivo agosto del 1944.
Nel frattempo, in Brasile in circanovanta giorni, fu completata la mobilitazione generale dei primi 20.000 soldati provenienti da ogni regione del paese e il 2 luglio 1944, a quasi due anni dalla formale dichiarazione di guerra e con l’Italia che ormai si era sfilata dall’alleanza con la Germania, il primo scaglione di truppe venne imbarcato sul piroscafo statunitense General William Mann di 36.000 t, e partì alla volta di Napoli.
La FEB Força Expedicionária Brasileira (in italiano “Forza di Spedizione Brasiliana”) costituita inizialmente da una divisione di fanteria adottò il motto e il conseguente logo “Il cobra sta fumando”, alludendo a un discorso di Getúlio Vargas, nel quale il presidente aveva affermato:
“è più facile che un serpente fumi che il Brasile entri in guerra”.
Le prime settimane furono usate per acclimatarsi, per far arrivare l’attrezzatura minima e per completare la formazione necessaria sotto la supervisione del comando statunitense, al quale la FEB era subordinata, visto che la preparazione in Brasile si era dimostrata insufficiente nonostante i due anni di attesa.
I soldati brasiliani erano una delle venti divisioni alleate presenti al fronte italiano in quel momento: una vera e propria Babele costituita da statunitensi (comprese le truppe segregate della 92ª divisione, formate da discendenti di africani e giapponesi), italiani antifascisti, esiliati europei (polacchi, cechi e greci), truppe coloniali britanniche (canadesi, neozelandesi, australiani, sudafricani, indiani, kenioti, ebrei e arabi) e francesi (marocchini, algerini e senegalesi).
La FEB fu integrata in seno al IV Corpo d’armata dell’esercito statunitense e posta di conseguenza sotto il comando del generale Willis D. Crittemberger, Corpo a sua volta assegnato alla 5ª armata americana comandata dal generale Mark Wayne Clark. Vedremo in un prossimo post, le operazioni condotte della Força Expedicionária Brasileira sul fronte italiano.
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