7 agosto 1941, la morte del capitano Bruno Mussolini

“Tu sei uno dei tanti. E non volesti essere che uno dei tanti”.

Con queste parole Mussolini concludeva il suo libro intitolato “Parlo con Bruno” scritto poche settimane dopo il tragico incidente che il 7 agosto 1941, portò alla morte il capitano pilota Bruno Mussolini, terzogenito figlio amatissimo del Duce. La data del 7 Agosto sarà una di quelle che tormenterà il Duce, fino alla fine dei suoi giorni.

Quel giorno Bruno, comandante della 274ª Squadriglia Bombardamento a Grande Raggio (BGR), inquadrata all’interno del 46º Stormo da bombardamento terrestre con sede a Pisa era in volo di prova. A questa squadriglia erano stati assegnati i nuovi bombardieri quadrimotori Piaggio P.108B, bombardiere strategico quadrimotore monoplano ad ala bassa sviluppato dall’azienda aeronautica Italiana S.A. Piaggio & C.

P108 in volo

Il P108B fu l’unico quadrimotore utilizzato come bombardiere pesante dalle potenze dell’Asse nel corso del conflitto, e uno dei pochi velivoli militari italiani che si poteva paragonare ai migliori tra gli equivalenti prodotti dagli Alleati, purtroppo come per tutte le armi valide in dotazione alle nostre Forze Armate italiane nel secondo conflitto mondiale, mancarono i numeri, ma la disponibilità limitata di macchine non fu l’unico problema del quadrimotore .

Tornando all’argomento del nostro post odierno, durante l’atterraggio l’aereo sembro’ arrivare corto con un assetto troppo picchiato, secondo le testimonianze, il pilota tento’ di riprendere l’assetto corretto, dando motore ma, a quanto pare, il motore non rispose come avrebbe dovuto, lasciando impattare il velivolo contro il suolo.

La semiala sinistra sbattè violentemente facendo da perno per tutto il velivolo che ruotò verso sinistra, scontrandosi con un piccolo edificio. La sezione contenente la cabina di pilotaggio si staccò dal resto della fusoliera e nonostante il velivolo non avesse preso fuoco, il risultato fu la distruzione completa dell’ aeroplano. Bruno morirà per le gravi ferite riportate, assieme al Tenente Pilota Franceso Vitalini Sacconi e il Maresciallo Motorista Angelo Trezzini.

Il velivolo impattato di Bruno Mussolini 2
Il velivolo impattato di Bruno Mussolini

La salma di Bruno fu trasportata da Pisa a Predappio, paese natale della famiglia Mussolini con un treno speciale, tra due ali di folla ininterrotta, che salutava con il braccio teso, e alla presenza di alcuni ufficiali prigionieri della RAF, che vollero rendere omaggio al nemico caduto. Secondo Vittorio Mussolini, il saluto di massa alla salma di Bruno fu l’ultimo episodio in cui il popolo italiano si strinse attorno al proprio capo.

Il conte Galeazzo Ciano, genero di Mussolini, racconta al proposito dei funerali:

“A Forlì per i funerali di Bruno […] Mussolini ha voluto che la cerimonia nel Cimitero di San Cassiano fosse del tutto famigliare. Nella cripta eravamo in otto: i parenti più stretti e la vedova. Molta tristezza: un’aria da catacomba e tre arche di pietra grigiastra: i due genitori e un figlio […] Il Duce era impassibile e tormentato. Alla fine ha baciato l’arca di Bruno e, indicando lo spazio vuoto che c’era tra Bruno e l’altare, ha detto a più riprese che quello deve essere il suo posto. Siamo poi andati alla Rocca ed a Carpena. Mussolini ha voluto rivedere l’infanzia di Bruno. Si è indignato perché i famigliari avevano preso dai contadini un cesto di roba alimentare. “Non ammetto di tornare dalla tomba di mio figlio coi polli e le pere”. Aveva ragione”.

Immagini del funerale

Alla memoria venne assegnata la Medaglia d’Oro al valor aeronautico con la seguente motivazione:

«Pilota d’Alta Velocità di eccezionale valore ed ardire, dopo aver concorso con difficili e pericolosi voli sperimentali alla messa a punto del più veloce idrovolante del mondo, conquistava per due volte il record mondiale di velocità assoluta.»
— campo d’aviazione di S. Giusto, 7 agosto 1941

Prima di chiudere il post dedicato alla morte di Bruno Mussolini, ricordiamo che egli nacque a Milano il 22 aprile 1918, figlio terzogenito di Benito Mussolini e di Rachele Guidi. Grande appassionato di aerei, a Bologna ebbe come compagno di studi Federico Cozzolino, futura medaglia d’oro durante la guerra di Spagna con cui divise passione e lavoro nella Regia Aeronautica.

Dopo aver studiato al liceo classico Tasso di Roma, dove andava a piedi da Villa Torlonia, a 17 anni, Bruno fu il pilota militare più giovane d’Italia. Sempre nel libro “Parlo con Bruno” Mussolini ebbe a dire:

“Ci sono uomini che sono negati al volo. Ci sono uomini che hanno le ali. Tu avevi le ali”

Nel 1936 durante la guerra d’Etiopia venne assegnato, assieme al fratello Vittorio, alla 14ª Squadriglia Quia sum leo, conosciuta anche come Testa di leone, durante la quale gli venne conferita una Medaglia d’Argento al valor militare.

Nell’agosto 1937 partecipò insieme ad Attilio Biseo, con uno dei Savoia-Marchetti S.M.79 alla corsa aerea Istres-Damasco-Parigi, concludendo al terzo posto, dopo un atterraggio di fortuna all’aeroporto di Cameri.  Sempre con questa squadriglia, nel gennaio 1938 partecipò alla trasvolata Italia-Brasile.

Sempre assieme ad Attilio Biseo nel 1937 migliorò il primato di velocità sui mille chilometri, con carico di due tonnellate, ottenendo i 430 km/h. In questo frangente nacque la 205ª squadriglia da bombardamento dei Sorci Verdi, proprio da una battuta di Bruno Mussolini, ai presenti che criticavano gli S.M.79 ribatté, infatti,

“Storcete pure il naso. Quando gli S.79 cominceranno a volare, vi faremo vedere i sorci verdi”.

Successivamente prese parte in qualità di volontario nella guerra di Spagna dal settembre 1937 al maggio 1938, durante la quale fu decorato di una seconda Medaglia d’Argento. Allo scoppio della seconda guerra mondiale fu assegnato al 47º Stormo Bombardamento Terrestre di Grottaglie (TA) e Il 1º giugno 1941 trasferito a Pisa gli fu assegnato il comando della 274ª Squadriglia Bombardamento a Grande Raggio (BGR), inquadrata all’interno del 46º Stormo con sede a Pisa.

La tomba a Predappio

A questa squadriglia erano stati assegnati i nuovi bombardieri quadrimotori Piaggio P.108B e come scritto in quel tragico 7 agosto 1941, proprio ai comandi di uno di questi velivoli finiva la giovane vita di Bruno. Il suo corpo è tuttora custodito nella cripta Mussolini del cimitero di Predappio, proprio di fronte alla tomba del padre. Grazie per aver letto il nostro post e con la speranza che vogliate continuare a seguirci anche in futuro Vi salutiamo e diamo appuntamento al prossimo.

4 pensieri riguardo “7 agosto 1941, la morte del capitano Bruno Mussolini

  1. Il Piaggio P108B non era per nessun parametro importante paragonabile ai quadrimotori degli Alleati e non a caso fu definito con amaro sarcasmo “ la debolezza volante” .Tranne una missione su Gibilterra, non partecipo’ mai veramente alle operazioni di guerra.

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