2 luglio 1944 – lo sfondamento della linea Albert

Il 2 luglio 1944 la 4ª divisione americana conquista Foiano, località a circa 30 km da Arezzo, puntando quindi decisamente verso il capoluogo, mentre la 6ª divisione corazzata sudafricana inquadrata nel XIII corpo d’armata si dirige verso Sinalunga in provincia di Siena, da dove le truppe tedesche si erano ormai ritirate. Con questa operazione si era praticamente concluso lo sfondamento della linea fortificata nota come “linea Albert” dal nome del Comandante Superiore delle forze armate germaniche in Italia, il feldmaresciallo Albert Kesserling.

Ripercorriamo brevemente gli antefatti e l’operazione stessa. Sfondata la linea Gustav e occupata Roma, i tedeschi si ritiravano verso Nord inseguiti dagli anglo americani che avanzavano senza trovare resistenza. Prima di proseguire la narrazione vogliamo dedicare due righe a Orvieto. Il 14 giugno 1944  il Tenente Colonnello Alfred Lersen, comandante delle truppe tedesche di stanza nella città, scrisse una lettera agli alleati che stavano avanzando e che erano giunti già alle porte di Orvieto.

L’artiglieria germanica era stata dislocata in postazioni strategiche, compresa la zona dietro l’Ospedale nelle vicinanze del Duomo e i tedeschi si erano preparati per una difesa ad oltranza. Lersen aveva dato assicurazione al vescovo, Monsignor Francesco Pieriche, che per rispetto dei tesori d’arte e di fede, non ci sarebbero stati combattimenti nella parte alta della città, e che questi sarebbero stati ad almeno 20 km da Orvieto.

Gli Alleati arrivarono la mattina del 14 giugno 1944, provenienti da Viterbo che era stata pesantemente bombardata. Quando, a capo di un commando di carri armati, il maggiore inglese Richard Heseltine giunse in vista della città, vide arrivare un Volkswagen con la bandiera bianca.

A bordo della stessa si trovava un tenente tedesco, che parlava perfettamente l’inglese, che portava il messaggio del suo comandante, appunto il  tenente colonnello Alfred Lersen, con la proposta che Orvieto fosse dichiarata città aperta. Il patto proposto avrebbe consentito agli alleati di occupare la città senza ricevere, da parte dei tedeschi, nessuna opposizione. La proposta venne accettata e Orvieto si risparmio perdita di vite umane e distruzione del patrimonio storico e artistico.

Tornado alla narrazione del post, il 17 giugno la decrittazione di un messaggio e la cattura da parte degli Alleati di alcuni documenti della 334ª divisione di fanteria tedesca, portavano a conoscenza i comandi alleati del fatto che il Feldmaresciallo Kesselring era intenzionato a opporre resistenza su una linea di arresto.

Il 20 giugno 1944 il X Corpo d’armata britannico occupavano senza difficoltà Perugia, ma già sulle colline che si trovano a nord della città umbra, incontrava invece alcuni ostacoli. Questo era la dimostrazione che la ritirata delle truppe tedesche era ormai terminata. Una nuova linea difensiva tedesca era ristabilita, ed essa si sarebbe organizzata sulla linea Albert in onore del feldmaresciallo tedesco che guidava le operazioni tedesche in Italia.

Nota anche come line del Trasimeno, essa correva da Castiglion della Pescaia sul mar Tirreno, al mare Adriatico, passando per il monte Amiata, Radicofani, e il Trasimeno. I tedeschi avevano predisposto postazioni ben fortificate in modo particolare nei villaggi di Casamaggiore e Frattavecchia e sulla cresta tra Sanfatucchio e Vaiano ; c’erano nidi di mitragliatrici, postazioni di mortaio e Nebelwerfer ( i lanciarazzi a più canne) inoltre un buon numero di cannoni anticarro e di obici erano predisposti ben mimetizzati per dare supporto alla fanteria affinché potesse difendersi efficacemente dagli attacchi dei carri alleati.

A presidiare la linea vi erano forze consistenti anche se le divisioni schierate risultavano incomplete. Nel territorio dove i tedeschi avevano deciso di dare battaglia, erano schierate, la 334° divisione di fanteria del generale Bohlke, con uno schieramento che andava dalla sponda ovest del Trasimeno a Sanfatucchio; la 1° divisione Fallschirmjager Panzer Divisione Hermann Goring del generale Schmaltz era invece dispiegata fino a Chiusi.

La Fallschirm-Panzer-Division 1 “Hermann Göring” era un unità d’élite della Luftwaffe, a dispetto del nome che fa pensare ad un unità di paracadutisti era invece una divisione corazzata, armata con quanto di meglio l’industria tedesca potesse fornite in quel momento.

Attiva dal maggio 1943 la “Hermann Göring”, si distinse per la combattività e la notevole efficienza bellica in particolare durante lo Sbarco in Sicilia dove contese ferocemente il terreno alle unità alleate, riuscendo a Gela in cooperazione con la divisione italiana “Livorno” a ricacciare gli stessi fin sulle spiagge da dove erano appena sbarcati. Da ricordare anche il salvataggio delle opere d’arte del monastero di Montecassino, salvate dalla distruzione proprio dalla Herman Göring.

Da parte alleata invece il XIII Corpo della 8° armata britannica, agli ordini di Sir Sidney Kirkman, schierava la 78° divisione di fanteria (generale C.F. Keightley), la 4° divisione di fanteria americana (generale A.D. Ward), la 6° divisione corazzata sudafricana ( generale Poole) e la 1° brigata corazzata canadese.

La battaglia per sfondare la linea Trasimeno comincio il 21 e si protrasse fino al 28 con scontri durissimi e perdite elevate per entrambi i contendenti. Teatro delle operazioni fu una striscia di terreno non molto grande, ma con una serie di ostacoli naturali, che si snodava da Chiusi fino alla sponda occidentale del lago Trasimeno.

La linea cedette il 1º luglio 1944, quel giorno la 34ª Divisione di fanteria americana, comandata dal Maggiore generale Charles L. Bolte arrivò a Cecina e come detto prima il giorno 2 essa si poteva considerare completamente sfondata. I tedeschi ricominciavano il movimento verso nord per andare ad attestarsi su una nuova linea difensiva, ben più organizzata e temibile, la linea Gotica.

Prima di chiudere il post, vogliamo spendere due parole sulla figura del feldmaresciallo tedesco. Albert Konrad Kesselring, dopo aver prestato servizio in artiglieria durante la prima guerra mondiale, entrò a far parte della Luftwaffe, l’ aeronautica tedesca. Guidò con notevole efficacia le campagne aeree in tutte le principali battaglie aeree sostenute dalla Germania, nelle prima fasi della seconda guerra mondiale. Sotto la sua direzione prima in Polonia, poi in Francia, nella battaglia d’Inghilterra dirigendo le operazioni di bombardamento alle città inglesi e agli inizi dell’operazione Barbarossa, l’invasione dell’Unione Sovietica.

Nel novembre 1941 divenne comandante in capo delle forze armate germaniche nello scacchiere Sud ed ebbe il comando generale delle operazioni nel Mediterraneo, Africa settentrionale compresa. A differenza di Rommel seppe mantenere buoni rapporti con i dirigenti politico-militari italiani, mentre molti erano i dissidi con il comandante delle forze tedesche in Africa.

Egli era profondamente contrario, come il Comando Supremo di Roma alla soppressione dell’esigenza C3 la progettata invasione di Malta, ormai pronta per essere attuata, ma Rommel si rivolse direttamente a Hitler che riuscirà a convincere Mussolini a rinunciare al piano, e a proseguire l’avanzata in Egitto. Come vedremo nei prossimi post questa decisione avrà effetti drammatici per la campagna d’Africa.

Dall’estate 1943, Kesserling assunse il comando supremo di tutte le forze tedesche in Italia e condusse con grande abilità la lunga campagna difensiva contro gli Alleati. Durante la campagna d’Italia utilizzando varie linee difensive, le più famose la Gustav e la Gotica riuscirà a ritardate la conquista dell’Italia per quasi due anni.

Considerato a detta di molti storici uno dei migliori generali tedeschi e in generale uno dei migliori comandanti del secondo conflitto mondiale, pubblicò in seguito le sue memorie intitolate Soldat bis zum letzten Tag (Soldato sino all’ultimo giorno).

Grazie per aver letto con tanta pazienza il nostro post, con la speranza che vogliate continuare a seguirci anche in futuro Vi salutiamo e diamo appuntamento al prossimo.

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